La sinistra esce con le ossa rotte dal voto del primo turno. Europa Ecologia-I Verdi (Eeiv) e il Front de Gauche (Fdg), con le sue varie componenti, perdono 15-20 punti rispetto al passato. Il calcolo è reso complicato dalla geometria variabile con cui si sono presentati alla corsa per le elezioni regionali: ecologisti da soli, a volte persino con liste concorrenti nella stessa regione, Pcf a volte da solo, in competizione con il Parti de Gauche, in rari casi tutti uniti o con alleanze parziali. “Non siamo stati capaci di proporre a livello nazionale una alternativa credibile”, ha riassunto Eric Coquerel del Parti de gauche (candidato a Parigi). Come spiega il politologo Pascal Perrineau, le forze politiche della sinistra non sono riuscite a catalizzare i consensi sulla critica verso la politica del governo a guida socialista. E per di più, dopo la critica, ci sono le alleanze con il Ps in alcuni casi, oppure, più in generale, la risposta degli elettori della sinistra agli appelli dei candidati socialisti ancora in corsa per il secondo turno, per evitare il peggio. Eeiv e Fdg sono comunque “repubblicani”: hanno subito fatto appello ai loro elettori per un “fronte repubblicano”, per sbarrare la strada al Fronte nazionale. Emmanuelle Cosse, segretaria di Eeiv, ha chiesto di votare per i candidati di destra, Christian Estrosi in Provenza-Alpi-Costa Azzurra e Xavier Bertrand nel Nord-Pas-de-Calais-Picardie.

Eeiv dimezza i voti rispetto al 2015, passando dal 12,8% (quando era la terza forza politica francese) al 6,8%. Solo nel Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrénées supera il 10%, ma qui correva con lista comune con il Fdg, e in due è sotto il 5% (Nord e Borgogna), senza aver quindi diritto di “fondersi” con la lista Ps (che nel Nord-Pas-de-Calais-Picardie non si presenta neppure più). In Ile-de-France, ieri sera, Claude Bartolone ha annunciato la “fusione” della lista Ps con Eeiv e Fdg: qui, il segretario del Pcf, Pierre Laurent, ha preso il 6,6%, mentre Eeiv ha superato di poco l’8%, tutti voti che dovrebbero convergere su Bartolone, con la speranza di evitare una vittoria di Valérie Pécresse dei Républicains, arrivata in testa al primo turno. Il Fdg si ferma su base nazionale al 4,1%. “La grande sfida del nuovo periodo politico che si apre sarà quella della costruzione di un nuovo progetto di sinistra solidale e fraterna per il nostro paese”, ha dichiarato Pierre Laurent, appena conosciuti i risultati deludenti domenica sera. Il miglior risultato del Fdg è stato il 7% preso in Normandia, mentre si conferma il crollo a poco più del 5% in uno dei feudi del passato dei comunisti, il Nord-Pas-de-Calais, ormai nelle mani dell’estrema destra.

Già la campagna della sinistra era partita con difficoltà. Il Ps aveva la presidenza di 20 regioni su 21 nella Francia metropolitana e in molte governava con esponenti di Eeiv e/o Fdg. Non facile, in questa situazione, mettersi in una posizione chiaramente critica verso le scelte nazionali del governo Valls. Gli attentati hanno finito per spingere al silenzio la sinistra, che aveva impostato la campagna sull’occupazione e i diritti del lavoro.