E’ dal 2015 che allo scopo di ridurre l’impatto della navigazione marittima, il Mare del Nord, il Mar Baltico e la Manica hanno dato inizio a un percorso normativa finalizzato alla riduzione delle emissioni: il primo passo è stato quello di fissare un limite allo zolfo, ammesso nei combustibili con un tenore massimo dello 0,1% ( prima era all’1%). Queste aree marine sono quindi state designate a controllo delle emissioni per lo zolfo (SECA). Una misura simile diventerà effettiva anche per l’azoto (NECA) a partire dal 2021, anno in cui i mari del Nord diventeranno una ECA (Emission Control Area).

Paese schieratissimo per norme più restrittive e sistemi di controllo efficaci è la Danimarca: sede delle più grandi compagnie di container, al primo posto nel mondo per la tecnologia navale e la sperimentazione di combustibili puliti, vede transitare nei «suoi» mari 100 mila grandi navi all’anno.

E’ stato il Danish Ecological Council ad occuparsi di valutare i benefici ottenuti dalla SECA e di prevedere quelli ascrivibili alla NECA. Dal punto di vista del livello delle emissioni i risultati sono inequivocabili: in tre città costiere danesi in un solo anno, dal 2014 al 2015, le concentrazioni di ossido di zolfo sono calate tra il 50 e il 60%. Sorprendenti i risultati in alcune isole tedesche, quelle di Neuwerk, dove sono bastati pochi mesi per ridurre le concentrazioni fino al 90%. L’organizzazione si è anche occupata di fare una valutazione costi/benefici, confrontando i costi sanitari delle emissioni con gli aggravi determinati dal maggiore prezzo dei combustibili a basso tenore di zolfo: ne risulta un risparmio per la società di 18,5 milioni di dollari ogni qualvolta si investano 4,2 milioni di dollari in combustibile allo 0,1% anziché al 2,5 %, ovvero un risparmio del 340%. Se il combustibile che viene sostituito è un po’ più pulito, allo 0,5 %, il risparmio per la società diventa del 200%. Calcoli che oltretutto non hanno tenuto conto dei benefici, anche economici, prodotti da un minore inquinamento su coltivazioni, clima, edifici e natura.
I vantaggi previsti per l’istituzione della NECA sono ancora più consistenti, essendo gli ossidi di azoto sostanze più nocive per la salute degli ossidi di zolfo: lo studio ha calcolato un tasso di ritorno superiore al 1000%. Sempre in Danimarca sono stati studiati i benefici sulla salute della SECA specificatamente nel Mar Baltico. La navigazione del Mar Baltico incide in particolar modo sulla qualità dell’aria della Danimarca: secondo lo studio condotto da Lars Barregård, professore dell’Università di Gothenburg nel 2014, l’anno prima che venissero introdotte le restrizioni, tra i 173 e i 390 danesi sono morti prematuramente per inquinamento da navi. Due anni dopo il numero si era ridotto del 25%. Se uno studio del genere venisse allargato anche al Mare del Nord, dove le emissioni navali raggiungono paesi popolati come la Germania, l’Olanda, il Belgio , la costa est del regno Unito e il Nord della Francia, i tassi di beneficio sarebbero sicuramente ancora più ampi.