A mezzogiorno di oggi scade il termine per formulare la propria adesione al Movimento 5 Stelle. Si può ribadire l’iscrizione oppure accedere per la prima volta. In entrambi i casi, la procedura garantisce il diritto all’elettorato attivo e passivo per le consultazioni online che dovranno decidere (pena l’ultima parola dei capi) sulle candidature alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo. Già dai primi dati sugli iscritti, sul numero dei candidati, sulle nuove adesioni, si capirà come e quanto paga la grande mutazione in corso sta pagando.

NEI FORUM ONLINE e nelle chat di attivisti grillini circolano messaggi di sollecito. La paura è che ancora una volta, dopo le scarsamente partecipate primarie digitali che incoronarono Luigi Di Maio come capo politico, a votare siano in pochi. A complicare le cose c’è il fatto che è in corso il trasloco dalla «vecchia» alla nuova associazione denominata M5S. Il momento è delicato: gli amministratori della piattaforma Rousseau invitano i 130 mila iscritti ad indossare la nuova veste associativa, nella speranza di lasciarsi alle spalle i bug giuridici che hanno segnato la storia pentastellata in questi anni. Già questo, come ha spiegato in punta di diritto lo storico avvocato dei ricorsi contro il M5S Lorenzo Borrè, è un passaggio dubbio: è possibile chiudere d’ufficio un’associazione e trasferire le cariche ad un’altra newco gemella?

SORGONO POI ALTRI DUE interrogativi. Il primo arriva a poche ore dalla chiusura delle autocandidature, direttamente dal garante della privacy. L’Authority contesta ai gestori del portale alcuni illeciti nel trattamento dei dati personali degli iscritti in riferimento all’uso a fini commerciali e pubblicitari. Il provvedimento ravvede alcune irregolarità nella costruzione dei database, che consentirebbero ai gestori dell’infrastruttura telematica del M5S di associare ad ogni voto espresso nelle consultazioni online un numero di telefono. Ne deriverebbe la possibilità, questo è il sospetto, di «tracciare a ritroso il voto espresso», disegnando una sorte di identikit di ogni iscritto, ricavato sui voti espressi. Non siamo alla schedatura di massa, ma è qualcosa di simile. Nel dubbio, sempre ieri la Casaleggio Associati fa sapere di non avere nulla a che vedere con il portale grillino e minaccia azioni legali «nei confronti di tutti coloro che in modo mendace e in malafede continueranno intenzionalmente e pubblicamente a confondere l’azienda con l’Associazione Rousseau, creando danni economici-patrimoniali e disagi aziendali». Formalmente, in effetti, l’azienda milanese e il portale del M5S non sono sovrapponibili. Anche se Davide Casaleggio, assieme ai fedelissimi Max Bugani e David Borrelli, è il personaggio di riferimento. A confondere ulteriormente i due piani, c’è anche il fatto che l’associazione Rousseau risultava domiciliata allo stesso indirizzo della Casaleggio.

IL CAOS TECNICO-GIURIDICO attorno alle consultazioni distrae dai nodi politici sollevati dai nuovi codici in vigore nel M5S. Ieri Roberto Fico, gran rivale di Di Maio, ha smentito le ricostruzioni giornalistiche che lo volevano in dissenso al punto da meditare di rinunciare alla candidatura o magari (in un’altra versione) disposto a tacere sui disaccordi in cambio della promessa della riconferma come deputato. «Con il nuovo codice etico si rafforzano le tutele contro i conflitti di interessi degli eletti, contro le clientele, contro il familismo e contro condotte fraudolente che possono prescindere dalle indagini penali», afferma Fico. Ma dalla base, e soprattutto dall’interno di alcuni degli storici MeetUp, qualche segno di insofferenza arriva. Non è poco, è una novità che il dibattito si svolga alla luce del sole, a cavallo dei social network e dei profili personali dei diversi attivisti. Resta da vedere se la pallina di neve diventerà valanga o se il serrare le fila in nome della battaglia elettorale prevarrà su dubbi e richieste di chiarimento.

TRA DUE SETTIMANE, e prima della votazione per le «parlamentarie» che non dovrebbe esserci prima della fine del mese, il M5S si dà appuntamento per l’evento nazionale chiamato Villaggio Rousseau. Si svolgerà a Pescara, la città in cui è consigliera comunale Enrica Sabatini, la psicologa ed esperta di web che affianca Casaleggio da qualche tempo. Difficilmente ci sarà Beppe Grillo, che ha comunicato proprio in questi giorni che il suo blog tornerà a essere la sua voce personale, e non più il megafono di tutti i grillini.