La controriforma della sanità che vale 30 miliardi. E le sinistre tacciono
Non solo Letta non l’ha mai pronunciata ma neanche i suoi oppositori che evidentemente ignorano che il Def prevede di controriformarla. La parola sanità è stata semplicemente cancellata. Ridimensionare radicalmente […]
Non solo Letta non l’ha mai pronunciata ma neanche i suoi oppositori che evidentemente ignorano che il Def prevede di controriformarla. La parola sanità è stata semplicemente cancellata. Ridimensionare radicalmente […]
Non solo Letta non l’ha mai pronunciata ma neanche i suoi oppositori che evidentemente ignorano che il Def prevede di controriformarla. La parola sanità è stata semplicemente cancellata.
Ridimensionare radicalmente il diritto alla salute, previsto dalla Costituzione non è uno scherzo, significa che milioni di cittadini avranno meno aspettative di vita di altri, significa curare o non curare le persone a seconda se hanno protezioni private o sociali, significa andare verso una sanità pubblica residuale per gli indigenti,cioè i più bisognosi. La sanità è stata sussunta dal governo come una delle tante voci di spesa del calderone della spesa pubblica. Mentre l’opposizione, dal movimento 5 stelle a Sel, ha dimostrato di essere a conoscenza di niente. Altrimenti perché non parlarne?
La controriforma della sanità significa: un problema di costituzionalità perché riscrive in peggio l’art 32 ; la negazione del diritto alla salute uguale per tutti, quindi l’universalismo delle cure; il superamento del sistema solidaristico, quindi della fiscalizzazione (tutele in proporzione ai bisogni pagate in proporzione al reddito) ecc. Non mi sembra una questione secondaria o almeno non meno importante degli esodati, dell’Ilva, degli F35, della Telecom e dell’ Alitalia. E tuttavia in parlamento la sanità non era nell’agenda politica di nessuno, abbandonata all’incuria, alla superficialità, all’incompetenza, alla insensibilità.
Aver ignorato la questione non aiuta di certo noi che su ogni fronte ci occupiamo di sanità difendendo il servizio pubblico. La politica nel suo complesso ha bucato una grossa questione etica, sociale, economica non cogliendo la possibilità di una alleanza trasversale. La controriforma di Letta oggi rappresenta la più grande contraddizione etico-sociale del Pd, tra il gruppo dirigente che tace e gli iscritti che difendono il servizio pubblico, l’universalismo, la solidarietà, i diritti. Di fronte a questo scenario sarebbe responsabile, giusto e saggio che almeno le opposizioni si informassero per aggiornare le loro lacunose posizioni politiche.
E’ bene sapere che la controriforma di Letta non è solo il prodotto di un liberismo di ritorno, lo stesso che continua a mettere i bastoni tra le ruote di Obama e che non ha mai sopportato si spendessero così tanti soldi pubblici per la salute delle persone, ma è soprattutto un gigantesco affare speculativo. I dati ci dicono che almeno un quarto della spesa sanitaria complessiva è a carico delle famiglie, che sono 30 i miliardi di spesa sanitaria privata causata dalle restrizioni di questi anni al servizio pubblico, sui quali, lo dice Confindustria, bisogna mettere le mani. L’88% di questa spesa, causata nel tempo da diritti perduti, è priva di intermediazione finanziaria, cioè è pagata al privato direttamente dal cittadino. L’obiettivo vero della controriforma Letta non è la bufala della sostenibilità della spesa sanitaria (in Italia è la più bassa d’Europa), ma è sostituire con i fondi integrativi il terzo pagante pubblico con il terzo pagante privato. Per fare questa operazione la controriforma Letta prevede di ridurre ulteriormente le garanzie ai cittadini per privatizzare ancora di più, per andare oltre i 30 miliardi di consumi sanitari privati già disponibili. Si tratta di un’operazione non meno rilevante della controriforma sulle pensioni. Forse proprio per questo è il silenziatore a regnare sovrano, anche in un parlamento impegnato a discutere la fiducia al governo.
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