Il governo dovrà finalmente sedersi al tavolo per rinnovare i contratti del pubblico impiego: dopo anni di manifestazioni inascoltate (il blocco risale al governo Berlusconi, nel 2010, poi prorogato da Monti, Letta e Renzi), adesso a imporlo è la Corte costituzionale, che ieri ha dichiarato illegittimo il congelamento dei salari. Ma solo a partire dalla sentenza, e non per tutto il pregresso: quindi nessun “risarcimento” per quanto perso negli anni passati, a meno che i sindacati non riescano a contrattare (ma questa è già un’altra storia) un qualche recupero sotto forma di “vacanza contrattuale”. La formula per escludere il passato...