Per ironia della sorte il Maggio Fiorentino recupera un’opera protervamente grandiosa proprio nel momento di interregno seguito a una tempestosa manovra di avvicendamento fra sovrintendenti. Qualche riflessione sulle relazioni fra arte, spettacolo e potere politico si attaglia bene alla prima ripresa moderna del Fernand Cortez di Spontini, nella versione in francese creata a Parigi nel 1809 per Napoleone. Progetto che nasce dall’impulso dell’ex-sovrintendente Chiarot, pensato in primis per la bacchetta di Fabio Luisi, sostituito dopo l’abbandono da Jean-Luc Tingaud, che si è destreggiato per vincere le sfide poste dal rapporto fra orchestra e palcoscenico, mettendo in luce anche le pagine...