Il gigantesco relitto della Costa Concordia sarà rimorchiato per almeno cinque, sei giorni attraverso l’Arcipelago toscano, passerà nel braccio di mare fra l’isola di Capraia e la Corsica, e finalmente arriverà a Genova per essere smantellato. La decisione finale è stata presa dal consiglio dei ministri, che ha dato il via libera al piano predisposto da Costa Crociere. Non senza polemiche, viste le condizioni generali della nave da crociera rimasta semi sommersa per un anno e mezzo, e da ulteriori dodici mesi in attesa del rigalleggiamento.

La decisione del governo era nell’aria, dopo che la settimana scorsa in conferenza dei servizi tutte le amministrazioni nazionali, gli enti locali liguri e anche il comune del Giglio, l’Arpa Toscana e la Asl di Grosseto avevano dato il loro ok al trasferimento della Concordia dall’isola del Giglio a Genova. Sia pure con una serie di prescrizioni ancora più stringenti di quanto progettato dalla compagnia navale: dal sistema di recupero dei prodotti oleosi, considerato insufficiente, al sostegno di almeno cinque navi per la prevenzione del probabile inquinamento marino.

Gli unici due voti contrari erano arrivati dalla regione Toscana e della provincia di Grosseto, pronti a rilevare che il traino di un relitto lungo quasi 300 metri sarà una operazione delicatissima e mai tentata prima, e che quindi sarebbe stato preferibile rimorchiare la Concordia nel ben più vicino porto di Piombino, distante appena una giornata di navigazione. Invece per Costa Crociere, che ha sede proprio a Genova, solo le strutture portuali del capoluogo ligure possono offrire la condizioni di uno smantellamento in sicurezza.

Va da sé che dietro questa scelta ci sono anche concreti interessi economici, subito rilevati dal contrariato presidente toscano Enrico Rossi: “Sul quotidiano Corriere Fiorentino si è fatto capire la decisione è avvenuta perché Genova vuol dire Terminal San Giorgio; vuol dire Saipem che è controllata dal ministero del tesoro e da Cassa depositi e prestiti, e collabora da anni con Fincantieri. Quindi si è scelto per ragioni diverse da quelle ambientali”. Del resto le spese per il trasferimento a Genova e per lo smantellamento, quantificabili in un centinaio di milioni di euro, saranno interamente pagate da Costa Crociere.

Per certo comunque le operazioni di rigalleggiamento e di traino della Concordia dal Giglio alla Liguria, fissate in un lasso di tempo che va dal 13 luglio al 10 agosto prossimi, saranno monitorate da centinaia di occhi elettronici e dalle associazioni ambientaliste, che come Legambiente sono molto perplesse. “Seguiremo lo spostamento della Concordia per mare e per cielo – ha avvertito il neo presidente di Greenpeace Italia, Andrea Purgatori – e siamo preoccupati da un viaggio durerà 6-7 giorni con rischi molto grossi”. “In quel lasso di tempo – insiste anche Enrico Rossi – le previsioni meteo diventano inaffidabili. E’ possibile un evento non previsto come un fortunale”.