Nel 2021, la Commissione europea aveva assunto l’impegno formale a presentare entro la fine del 2023 una proposta legislativa per vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei. Ancora oggi oltre 300 milioni tra suini, galline, conigli, oche, vitelli, quaglie e anatre soffrono in gabbia all’interno degli allevamenti europei. L’impegno della Commissione era stato preso in risposta al successo dell’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) chiamata «End the Cage Age» (Mettere fine all’era delle gabbie) che – con il sostegno di una coalizione di 170 associazioni coordinate da Compassion in World Farming (Ciwf), di cui 20 italiane – aveva raccolto 1,4 milioni di firme certificate.

Nell’ottobre dello scorso anno, l’Eurobarometro della Commissione aveva evidenziato come una schiacciante maggioranza di nove cittadini Ue su dieci fosse contro le gabbie. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) si era espressa nello stesso senso. Le Ice sono state introdotte come strumento di partecipazione proprio con l’intento di garantire ai cittadini Ue una maggiore influenza sui processi decisionali dell’Unione. E «End the Cage Age» è stata la prima e finora l’unica Ice a ottenere dalle istituzioni un chiaro impegno formale. Ma alla fine del 2023 non è stata presentata alcuna proposta.

Il processo era stato avviato ma la presidente von der Leyen ha messo tutto in pausa: pressioni delle lobby? Di fronte a questa inazione, il Comitato dei cittadini promotore dell’Iniziativa ha presentato ricorso presso la Corte di giustizia dell’Unione europea contro la Commissione. Se la Corte di giustizia si esprimerà in favore del ricorso, la Commissione sarà obbligata a pubblicare una proposta legislativa, seguendo una tempistica chiara e ragionevole. Per le associazioni di protezione animale, i sussidi pubblici dovrebbero essere reindirizzati per sostenere gli allevatori che transitano a sistemi più rispettosi del benessere animale e a coltivazioni vegetali.