L’occupazione del cinema La Clef, situato nel 5o arrondissement di Parigi, prosegue nonostante il limite ultimo per lasciare i locali sia scaduto il 31 gennaio. Non vuole mollare il collettivo di cinefili, studenti, registi, abitanti del quartiere ed ex lavoratori della sala, e per rispondere alla situazione d’emergenza le proiezioni iniziano ormai alle 6 del mattino; ai numerosi sostenitori viene chiesto il lasciare il proprio numero di telefono così da poter essere avvertiti e accorrere rapidamente in caso di sgombero.
I «nemici», ovvero coloro che hanno acquistato La Clef e che pretendono che venga liberato affinché l’acquisizione diventi effettiva, fanno capo al gruppo Sos. Di proprietà di Jean Marc Borello, fedelissimo di Macron, è tra i maggiori attori nell’economia sociale del paese; gestendo però associazioni, ospedali, alloggi di solidarietà e così via, Sos ha costruito un impero immobiliare dal valore di 500 milioni di euro. Il gruppo ha assicurato agli occupanti che lascerebbe loro la gestione della sala ma il collettivo – che l’ha ribattezzata La Clef revival – non si fida, sono certi che l’interesse che ha spinto all’acquisizione sia di tipo speculativo e non culturale.

L’AUTOGESTIONE va avanti ormai dal settembre del 2019 e oltre alla qualità delle proiezioni che vengono proposte a offerta libera, colpisce la grande solidarietà arrivata dal mondo del cinema. Negli ultimi due mesi sono venuti di persona, a presentare le proiezioni, registi come Leo Carax, Fred Wiseman, Claire Denis e il filosofo Jacques Rancière; Alain Guiraudie è intervenuto a nome della Société des réalisateurs de films e una «carte blanche» è stata curata persino da Jean-Luc Godard. «Potremmo dire che La Clef è la casa del cinema che tutti abbiamo sognato» ha dichiarato recentemente Claire Simon.
Ora la sfida lanciata dagli occupanti ai sostenitori è quella di acquistare collettivamente i locali, con lo scopo di rendere La Clef «bene comune». Sono stati raccolti più di 15.000 euro in cinque giorni, per un totale di 120.000 euro complessivi. Una cifra importante ma comunque lontana dai 4,2 milioni che il gruppo Sos ha pagato per l’acquisto delle mura.