«Nessuno ce l’ha con Radio Radicale o vuole la sua chiusura ma sta nella libertà del Governo farlo». La frase pronunciata dal sottosegretario all’Editoria Vito Crimi, a margine di un convegno sull’informazione a Benevento, la dice tutta sulla ratio che muove la scure pentastellata caduta sulla convenzione con l’emittente radiofonica «organo della Lista Marco Pannella» e sui fondi per l’editoria. Tagli che uccidono anche il manifesto, l’Avvenire, Italia Oggi, il Foglio, Libero e una lunga serie di giornali cooperativi locali, ma non i cosiddetti «giornaloni» (nello slang grillino). «LA POSIZIONE è molto chiara: l’intenzione del Governo, mia e del Mise...