La Cina verso l’altra America. Al VI vertice dei Brics (Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica), in corso a Brasilia, Pechino ha incontrato i presidenti della Comunità degli stati latinoamericani e caraibici (Celac), che riunisce tutti i paesi americani, tranne Usa e Canada. Un incontro «storico», secondo la Cina, che per l’occasione ha lanciato il Forum della Cooperazione con la Celac, approvato nel II vertice dell’organismo latinoamericano svoltosi a Cuba a gennaio. Il Forum proseguirà le attività in una prossima tappa, che si terrà in Cina nell’ultimo trimestre dell’anno.

Prima della riunione, il presidente Xi Jinping si è riunito con la sua omologa brasiliana Dilma Rousseff, anfitriona del vertice. Nel 2013, il commercio bilaterale tra i due paesi ha raggiunto i 90.200 milioni di dollari (66.200 milioni di euro): la Cina è il primo partner commerciale del Brasile. Riferendosi al tema del summit – Crescita inclusiva: soluzioni sostenibili – Xi ha detto che la Cina è il principale socio commerciale di 128 paesi, e sostiene una cooperazione basata sul guadagno reciproco come stimolo a un miglior governo dell’economia mondiale.

Per l’occasione, anche il Sudafrica e l’India hanno stretto accordi bilaterali con il Brasile. L’India, grande sostenitrice della Banca per lo sviluppo, approvata a Fortaleza, ha portato il tema della lotta alla povertà e della sicurezza alimentare. Il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha anche sottolineato che i Brics non devono essere un’istituzione centralizzata, ma far spazio al locale e includere i giovani. Al riguardo, Modi ha proposto la creazione di un Forum dei giovani scienziati e un’università dei Brics tecnologicamente innovativa e basata su uno scambio continuo fra gli studenti dei cinque paesi.

Anche il presidente sudafricano Jacob Zuma ha insistito sull’urgenza di uno sviluppo «inclusivo e dinamico» per il Sud, mentre il suo omologo russo, Vladimir Putin, ha proposto ai Brics di istituire un’Associazione per l’energia, con una relativa banca di riserva di combustibili che garantisca la sicurezza energetica ai suoi membri.

Con la creazione di una banca per lo sviluppo e di un Fondo di riserve in divise per aiutare i paesi a rischio di insolvenza, a Fortaleza i Brics hanno disegnato il quadro di una nuova architettura finanziaria alternativa al Fondo Monetario internazionale e alla Banca Mondiale. Nuovi rapporti Sud-Sud fuori dagli schemi ideologici, economici e politici, messi in campo in base al consenso di Washington e al ciclo di guerre innescato dall’occupazione dell’Afghanistan e dell’Iraq. Quella annunciata dai Brics a Fortaleza, pur modulata dai diversi interessi e visioni, è l’ipotesi di una nuova configurazione geopolitica multipolare, basata «sull’inclusione, il dialogo e la ricerca di soluzioni politiche ai conflitti in base al rispetto della sovranità nazionale».

Il tema del governo delle risorse e della sovranità è stato al centro degli incontri dei Brics con i rappresentanti della Unasur. La presidente argentina Cristina de Kirchner ha cercato appoggio contro le pretese dei «fondi avvoltoi»: i creditori che non hanno voluto rinegoziare il debito dopo il default del 2001-2002 e che ora rischiano di mandare nuovamente in bancarotta Buenos aires, forti della sentenza favorevole emessa da un giudice statunitense. Il 22 vi sarà un altro incontro di mediazione che potrebbe risultare decisivo per l’Argentina.

Putin, grande protagonista del vertice, ha messo sul piatto i risultati del viaggio compiuto in America latina prima del summit: la possibilità di stringere un importante accordo sullo sfruttamento di petrolio e gas non convenzionale nella regione argentina di Vacca Morta; la cancellazione del 90% del debito contratto da Cuba con l’Unione sovietica; l’apertura di una linea di credito con il Venezuela di Nicolas Maduro; accordi energetiti con la Bolivia di Evo Morales ( che ha esaltato lo spirito «anticapitalista») del vertice. E anche l’aperto sostegno al processo di dialogo in corso all’Avana tra il presidente colombiano Manuel Santos e la guerriglia marxista delle Farc, per portare a soluzione il cinquantennale conflitto armato.

Santos e Maduro hanno anche discusso nuovi accordi bilaterali nella lotta al narcotraffico e al contrabbando tra frontiere, che alimenta la «guerra economica» contro il paese bolivariano.
Maduro, parte attiva nel progetto dell’Alleanza bolivariana per il popoli della nostra America (Alba) che già sperimentano una nuova moneta (il Sucre) e nuove relazioni solidali, ha proposto «un’alleanza operativa tra la Banca del Sud e quella dei Brics». E ha annunciato che i temi comuni emersi nel VI summit di Brasilia e Fortaleza verranno discussi in quello della Unasur, che si celebra ad agosto nella capitale uruguayana, Montevideo: «Questo è un vertice storico – ha detto Maduro – che segna il nuovo tempo del secolo XXI».