Sylvain Sylvain, chitarrista dei New York Dolls, è morto all’età di 69 anni dopo una lunga malattia. Nato Sylvain Mizrahi il 14 febbraio 1951 in Egitto, è stato membro fondatore della band dal 1971 – che nel 1973 ha pubblicato il suo eponimo album di debutto, seguito l’anno seguente dal disco dal titolo Too much too soon, prima di sciogliersi nel 1976 e riunirsi nel 2004 – nel 2011 ha partecipato all’ultima prova sulla lunga distanza della formazione statunitense, Dancing backward in high heels, e l’anno successivo ha pubblicato il singolo Leaving New York. Il suo ultimo lavoro – nel 2018 – è stata una lunga autobiografia, scritta in collaborazione con Dave Thompson e intitolata There’s no bones in ice cream.

LO STILE DI SYLVAIN e dei Nyd era unico e quasi anarchico, volutamente all’opposto dai virtuosismi delle star del rock mainstream e lontano dalle ridondanze glam. Assomigliava poco al virtuosismo della chitarra del fioretto di Bowie Mick Ronson, o alla rigida precisione delle produzioni di Chinn e Chapman o di Mike Leander. E anche questo particolare essere «grezzi» nell’esecuzione, faceva parte del loro fascino: uno dei modi in cui i Dolls presagivano il punk era che gli aspiranti musicisti li vedevano e pensavano che la loro limitata competenza musicale non fosse un ostacolo al raggiungimento di qualcosa di simile. Nella sua autobiografia, Sylvian lo spiegava chiaramente: «Quando sali sul palco, indipendentemente da tutto, devi promettere che sei pronto a morire là sopra. A volare più in alto che puoi e poi, come fosse il 4 luglio, esplodere in una pioggia di fuochi d’artificio. Questo è tutto ciò che serve sapere sullo show biz. Il pubblico vuole il sangue e tu devi darglielo».