I Gli Oscar slittano di otto settimane: la 93esima cerimonia, programmata per il 28 febbraio 2021, si terrà invece il 25 aprile. La finestra per la candidabilità dei film, che «si chiude» tradizionalmente il 31 dicembre, è stata ampliata: potranno essere nominati i titoli usciti in sala fino al 28 febbraio 2021.

A POCHI GIORNI dall’annuncio di nuove regole per aumentare l’inclusività e dell’Academy, il consiglio di amministrazione dell’istituzione hollywoodiana si è riunito ieri (via Zoom) per discutere dei cambiamenti necessari alla cerimonia per via dell’emergenza sanitaria, che ha causato la prolungata chiusura dei cinema negli Stati uniti, dove le produzioni hanno avuto il via libera per ripartire, dopo mesi di fermo, solo lo scorso 12 giugno. «La nostra speranza – hanno scritto in un comunicato il presidente dell’Academy David Rubin e la direttrice Dawn Hudson – è che estendendo il periodo di eleggibilità dei film e posticipando la data della premiazione, garantiremo ai filmmaker la flessibilità di cui hanno bisogno per portare a termine e far uscire i loro film senza essere penalizzati da una situazione che sfugge al controllo di chiunque. Per più di un secolo, il film hanno avuto un ruolo importante nel confortarci, ispirarci e intrattenerci nei momenti più bui. E certamente lo hanno fatto quest’anno».

Per il momento non è stato comunicato se la cerimonia si terrà come sempre in forma fisica, con il red carpet e gli spettatori presenti in sala. L’Academy ha invece annunciato la cancellazione, questo autunno, del Governors Award, durante il quale vengono assegnati gli Oscar alla carriera. La notte degli Oscar è già stata rimandata tre volte nel corso della sua storia: in seguito all’inondazione di Los Angeles nel 1938, dopo l’assassinio di Martin Luther King nel 1968 e dopo il tentato omicidio del presidente Reagan nel 1981.