La cavalletta che uccide
Gamescom Colonia Intervista a Goichi Suda, ovvero Suda 51, produttore di "Killer is dead"
Gamescom Colonia Intervista a Goichi Suda, ovvero Suda 51, produttore di "Killer is dead"
Goichi Suda, ovvero Suda 51, è un produttore instancabile di videogiochi eccessivi quanto mirabili e godibili, sempre politicamente scorretti e esilaranti per trovate, violenza, ironia e sensualità. Dalla video-soggettiva dell’allucinante e difficilissimo Michigan ai sette assassini di Killer 7, dalla micro-fantascienza di Contact alle spade turbinanti di No More Heores, dalla ragazza pon-pon armata di motosega taglia-zombie all’escursione infernale di Shadow of the Damned. Recentemente ha annunciato un colorato, in stile “anime”, Lily Bergamo per la prossima Playstation 4. Lo abbaiamo intervistato in occasione del lancio di Killer is Dead.
Qual è il significato concettuale del titolo Killer is Dead?
Ho sempre amato molto la band degli Smiths e soprattutto la loro canzone The Queen is Dead, quindi non ho fatto altro che rimpiazzare queen con “killer”. Ecco da dove arriva il titolo!
Talvolta i suoi videogame ricordano le atmosfere surreali, sognanti, spaventose e incomprensibili del cinema di David Lynch. Conosce e ammira i suoi lavori?
Certamente, adoro David Lynch. I suoi film sono stupefacenti e così profondi. Velluto Blu resta uno dei miei preferiti ma ho visto e rivisto Twin Peaks, che considero un’opera davvero affascinante e innovativa.
Killer is Dead è un gioco pieno di riferimenti sessuali più o meno espliciti.
C’è una modalità di gioco che si chiama “gigolò mode”. Durante il videogame il giocatore è costretto, attraverso il protagonista Mondo, a vivere momenti molto intensi e violenti, così abbiamo voluto che ci fossero delle pause più ovattate e rilassanti in cui il gioco fosse quello della seduzione e non dell’assassinio.
Al pubblico femminile piacerà Killer is Dead?
Quando giocherete vi renderete conto che le donne della modalità Gigolò non sono vuote e superficiali bambole ma hanno una loro spiccata personalità e un carattere molto forte, così come la loro volontà. Sebbene queste missioni amorose siano secondarie rispetto alla storia principale penso che funzionino molto bene, ci rivelano davvero chi è Mondo, svelandoci i suoi sentimenti e le sue pulsioni. Il giocatore inoltre deve sapere “comunicare” con le donne del gioco con cortesia e savoir-faire, deve imparare a conoscerle. Quando Mondo fa un regalo all’amata egli si inginocchia e credo che sia un gesto nobile anche se desueto, un atteggiamento cavalleresco che a molte donne piacerebbe!
Da dove deriva il nome del suo studio: Grasshopper (in italiano, cavalletta)?
Ha un significato che rimanda ad azioni come “balzare” o “saltellare” e le cavallette vivono in tutto il mondo, finchè i prati continueranno ad esistere. Quando ho iniziato a lavorare al mio primo titolo, un gioco di wrestling, la vita era dura: faticavo quasi tutto il giorno e prendevo il primo treno la mattina presto e l’ultimo di notte. Durante l’unica breve pausa in ufficio ero solito fare un pisolino, ascoltando della musica con gli auricolari. Sentivo spesso una canzone intitolata “Grasshopper”. Il nome del mio studio mi serve quindi per ricordare le mie origini, il mio inizio e rammentarmi com’era allora il mio spirito.
Chi è il suo regista giapponese preferito?
Senza dubbio Kinj Fukasaku. Per me è stato il migliore, per l’intensità e la bellezza dei suoi film. Ma soprattutto, oltre ad essere un grande artista, sapeva anche divertire e appassionare il pubblico. Nei suoi film si vede e si ascolta la sua anima.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento