La Casa internazionale delle donne di Roma è salva. Il progetto di sfratto, voluto dalla giunta Raggi a Roma anche per canoni di affitto non saldati, si è tradotto in un accordo che consentirà alla Casa di restare al suo posto, a Trastevere, almeno per altri 12 anni. Decisivo l’intervento del Parlamento che nella legge di Bilancio 2020 ha previsto 900mila euro di finanziamenti.

Fatto sta che, in piena campagna elettorale, la sindaca di Raggi può vendersi l’accordo, visto che la sua giunta, dopo una trattativa con le associazioni, ha approvato la delibera che autorizza il comodato d’uso gratuito del complesso monumentale del «Buon Pastore», di 4mila metri quadri.

Secondo il Comune il consorzio ha saldato quasi tutto il debito pregresso mentre la parte restante (in gran parte interessi) sarà pagata a rate a partire dal settembre 2022.

«Il Comune non ci ha regalato nulla – spiega la presidente del Consorzio Maura Cossutta – 900mila euro sono stati stanziati dal Parlamento, noi con le donazioni ne abbiamo messi quasi 200mila. Anche il comodato è frutto del lavoro del Parlamento che lo ha previsto nel 2020 con la legge di Bilancio, per salvaguardare i luoghi delle donne».

«La Casa è salva, il comodato è il riconoscimento del valore pubblico di quel luogo e del lavoro e dei progetti che nella Casa prendono vita», dice Cecilia D’Elia, portavoce della conferenza delle donne Pd, che ricorda il lavoro dei parlamentari dem a sostegno di quell’emendamento e il ruolo di Roberto Gualtieri che era il ministro dell’Economia titolare di quella legge di Bilancio.

«Il risultato è frutto della forte, costante e unita mobilitazione che le associazioni femministe e le donne tutte hanno condotto contro una visione distorta che voleva cancellare la Casa Internazionale e la sua storia», sottolinea la Casa. «Abbiamo rivendicato un ruolo sociale che, forte del suo passato, vive e agisce nel presente»