Nel flusso continuo usato da Alberto Barbera per comunicare il programma completo della Mostra di Venezia 74 (30 agosto- 9 settembre) si è avuto modo di pensare alle passate stagioni e soprattutto al motivo di tanta puntigliosità: forse le case di produzione hanno avuto da ridire sui suoi slanci cinefili delle passate conferenze stampa verso un film piuttosto che un altro? Hanno avanzato minacce e ritorsioni? Non ci sembra del resto che il direttore del festival si sia mai sbilanciato più di tanto. Insomma, quest’anno ci siamo trovati di fronte alla metodica elencazione, per non far torto a nessuno, dei titoli e brevi commenti dei film dalle sezioni minori al concorso. Lo ha anticipato il presidente Baratta con l’annuncio della novità di quest’anno. Poiché il festival apre alla Virtual Reality con un concorso, una nuova location sarà utilizzata dopo il Giardino (in programma quest’anno anche le prime due puntate di Suburra della Netflix) e il Cubo rosso: l’isola del Lazzaretto Vecchio che, come dice il nome, era il luogo dove isolare gli appestati e le merci che provenivano da paesi infetti, primo esempio sanitario del genere nel mondo. La carovana dei festivalieri avrà modo, dopo aver attraversato il breve tratto di laguna, di immergersi individualmente nel futuro del cinema.

Gli italiani. Una delle caratteristiche della mostra di quest’anno sarà la numerosa presenza di film italiani, contraddicendo la tendenza dello scorso anno che lamentava la scarsa qualità del nostro cinema. Sono presenti in tutte le sezioni (lo si è visto anche alle Giornate e alla Sic) giovani autori, mentre sono assenti i film dei registi più affermati «ancora al lavoro», tranne Virzì in concorso che ha girato negli Usa The Leisure Seeker con Helen Mirren e Donald Sutherland, un film indirizzato al mercato internazionale e, al polo opposto i Manetti Bros con Ammore e malavita, «divertenti, creativi, un cinema marginale in tutti i sensi, provocatorio, che lavora sui generi e abbiamo corso il rischio di metterli in concorso». Ci sono quindi in cartellone una ventina di titoli tra documentari e lungometraggi, quindici registi per la prima volta a Venezia il che dimostra un ricambio generazionale, aggiunge Barbera, e un misurarsi con modelli spettacolari diversi dai soliti, una piccola nouvelle vague. In concorso anche Sebastiano Riso (scoperto alla Sic) con Una famiglia, Andrea Pallaoro mette in scena 95’ di Charlotte Rampling in Hannah. Susanna Nicchiarelli che aprirà Orizzonti con Nico, 1988, l’animazione napoletana di Rak, Cappiello, Guarnieri, Sansone con Gatta Cenerentola, Edoardo Winspeare con La vita in Comune, tra i documentari classici Stefano Consiglio ricorda Giuseppe Bertolucci, Marco Ferreri è ricordato da Selma Dell’Olio, Fantozzi da Mario Sesti.

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Il concorso. I ventun film del concorso che si apre con Downsizing di Alexander Payne, presentato come una fiaba, con Matt Damon, Human Flow di Ai Weiwei sul fenomeno globale dell’emigrazione (un tema affrontato quest’anno dalla maggior parte dei film arrivati alla selezione), Mother! il nuovo Aranofsky, il re del fantasy Guillermo Del Toro con The Shape of Water, George Clooney che rielabora una sceneggiatura dei Cohen in Suburbicon (anche questo con Matt Damon), torna Abdellatif Kechiche (fu scoperto dalla settimana della critica) con Canto Uno, dalla Sic proviene anche Vivian Qu (Angels wear white), attendiamo Paul Schrader con First Reformed, Robert Guédiguian che torna al suo quartiere marsigliese e ai suoi prediletti interpreti (Ascaride, Darroussin) in La Villa, Frederick Wiseman con una delle sue esperienze cinematografiche uniche, tre ore di visita alla Public Library di New York (ed è evidente perché abbia scelto proprio adesso questo nuovo soggetto).

Xavier Legrand con il durissilo Jusqu’a la garde, film di conflitti familiari, Samuel Maoz (Foxtrot) che vinse a Venezia con il suo esordio, Martin McDonagh, Koreeda Hirokazu, nome di punta del cinema giapponese con The third murder film di genere giudiziario come se ne troveranno altri in programma quest’anno e uno in concorso L’insulte del libanese Ziad Doueiri sul sistema giudiziario del suo paese, Warwick Thornton l’unico regista aborigeno con Sweet Country, una sorta di western con Sam Neil, Andrew Haigh Lean on Pete, un ragazzo e un cavallo, film inglese con Charlie Plummer, Steve Buscemi e Chloe Sevigny.

Michael Jackson e altri horror. Michael Jackson’s thriller 3d: verrà John Landis a Venezia a presentare il suo classico film epocale restaurato e gonfiato in 3D, accompagnato da Making of Michael Jackson’s thriller realizzato da Jerry Kramer. E tra gli horror, cannibali ed esorcismi, si segnala tra i Fuori Concorso (sezione che concluderà Takeshi Kitano), Brawl in Cell Block 99 di S. Craig Zahler, due ore di pura violenza (sabato due settembre a mezzanotte), interpretato dalla figlia di Carpenter, Jennifer.