L’emendamento alla legge di bilancio numero 168.03 sulla liberalizzazione «canapa senza efficacia drogante», volgarmente detta «Cannabis light» divide la maggioranza.
Secondo il deputato del Movimento 5 Stelle Michele Sodano, primo firmatario della proposta, la nuova normativa sulla marijuana sprovvista di principio attivo e per questo da non considerare sostanza stupefacente, vale un gettito fiscale 950 milioni di euro. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità riconosce alla canapa senza Thc capacità rilassanti e antidolorifiche e non genera dipendenza.
«Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia minacciano di fare saltare la manovra in caso di approvazione, confondendo la pianta della canapa industriale con la cannabis che gli Stati Uniti e il Canada hanno già liberalizzato, perché proibire aiuta solo le mafie», dice Sodano. A colpire il parlamentare grillino è soprattutto il veto del Pd. «Il Partito democratico sembra allinearsi sulle posizioni incomprensibili di Salvini e Meloni – afferma Sodano – Dodicimila famiglie ci chiedono di regolamentare un settore economico strategico».
Già due mesi fa la vicenda aveva generato un caso nel governo. Il ministero della salute aveva classificato tra i medicinali con sostanze stupefacenti «le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis». Ciò, tra le altre cose, avrebbe impedito la vendita di pomate e balsami che rappresentano la metà degli introiti del settore. In seguito alle proteste era arrivata la sospensione del decreto e Liberi ed Uguali e M5S avevano preso l’impegno di regolamentare il mercato di questo tipo di sostanze. Ancora, risale alla metà dello scorso mese la sentenza della Corte di giustizia europea che sostiene che la cannabis light «non pare avere alcun effetto psicotropo o causare danni alla salute». Da qui l’indicazione della necessità di consentire il commercio di cannabis priva di principio attivo o comunque con livelli molto bassi di Thc.
«Quando parliamo di cannabis light parliamo di un settore già esistente e che vive però in una zona grigia normativa – rileva Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa, anche lui autore di un emendamento – Migliaia di aziende italiane e di lavoratori impiegati nel settore della canapa industriale non chiedono un sussidio ma un quadro normativo chiaro e certo: il Parlamento avrebbe l’occasione per regolamentare il settore. È di questo che parliamo, tutto il resto è il solito teatrino. Si fosse trattato di un altro settore che non porta lo stigma del nome ‘cannabis’, qualsiasi governo avrebbe già fatto un decreto ad hoc per queste migliaia di lavoratori».
In bilico c’è anche l’emendamento alla manovra di bilancio che che assegna risorse per la produzione nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze della cannabis terapeutica, assicurando la disponibilità del prodotto ai malati gravi che lo usano per lenire le loro sofferenze