In 18 faldoni e 160 mila pagine la Procura della Repubblica ha motivato la richiesta di arresto di Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto ed ex ministro. Ieri la giunta per le autorizzazioni della Camera (presieduta da Ignazio La Russa con Davide Zoggia fra i segretari) ha aperto la procedura, aggiornandosi a mercoledì per l’esame dei documenti e l’audizione di Galan. L’organismo di Montecitorio ha un mese di tempo prima di decidere. Si ipotizza, quindi, il voto in aula entro l’estate.

Venezia assiste impietrita al carnevale delle istituzioni, affogate nel guano prodotto dai 5 miliardi del Mose monopolizzati dal Consorzio Venezia Nuova. L’ultimo nome che spunta dai verbali è quello di Paolo Costa, presidente del porto, ex sindaco ed ex rettore di Venezia. E se Giorgio Orsoni promette ai magistrati di rivelare il “mister X” che ha intascato i soldi per il Pd, cominciano a preoccuparsi sul serio i tanti beneficiari di un “sistema” che spazia dalla laguna al Trentino, dal Veneto alla Lombardia, da Vicenza a Lussemburgo e San Marino. Un’architettura che coinvolge con i commercialisti padovani Francesco Giordano e Paolo Venuti anche Roberto Meneguzzo, vice presidente e ad della vicentina Palladio Finanziaria. Da una parte 35 arrestati e un centinaio d’indagati. Dall’altra i nomi eccellenti “rilasciati” dalle deposizioni di Giovanni Mazzacurati, Piergiorgio Baita e Claudia Minutillo. Ancora a mezz’aria i risultati di perquisizioni, visure, controlli incrociati e sommarie informazioni di “vecchie” indagini. Fili che si possono cominciare a riannodare, al di là della cronaca giudiziaria.

Intanto, fioccano le smentite sdegnate. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, respinge tutto al mittente come Gianni Letta che minaccia querele. O Pietro Lunardi, ex ministro delle infrastrutture (2001-2006): è accusato da Baita che racconta di un sovrapprezzo di mezzo milione a beneficio di Rocksoil, azienda di famiglia di Lunardi. Nessuno di loro ha ricevuto comunicazioni giudiziarie, al contrario di Altero Matteoli citato dalla Procura davanti al Tribunale dei ministri. Anche Massimo Cacciari viene tirato in ballo per la richiesta di sponsorizzare il Venezia Calcio presieduto da Lorenzo Marinese. «Il fallimento avrebbe travolto anche la sua azienda… E con Mazzacurati ho sempre avuto un rapporto di grande franchezza. Sapeva bene la mia posizione sul Mose e sapeva che sono, come ero, incorruttibile», replica l’ex sindaco di Venezia.

Più drastica la posizione di Enrico Letta alla pubblicazione del presunto contributo elettorale di 150 mila euro nel 2007. L’ex premier si affida a twitter: «Leggo falsità sul mio conto legate al #Mose. Smentisco con sdegno e nel modo più categorico. Non lascerò che mi si infanghi così!». Resta, per altro, agli atti la perquisizione disposta dal pm Paola Tonini un anno fa nella casa e nell’ufficio di Riccardo Capecchi (anche lui non risulta indagato) che ricopre il ruolo di tesoriere nella Fondazione VeDrò promotrice dal 2005 del “laboratorio” Under 40 di Letta.
Ma le glosse all’inchiesta Mose vanno di pari passo con fatti e documenti di pubblico dominio. C’è la prestigiosa Fondazione Marcianum voluta dal patriarca ciellino Angelo Scola che si può “controllare” on line. Fra i frequentatori dell’istituzione culturale della Curia anche Federico Sutto, già arrestato per false fatturazioni prima del 4 giugno: era stato segretario di Gianni De Michelis, sindaco ed ex segretario del Psi di Treviso. Altrettanto facile ricostruire il profilo di Giancarlo Ruscitti che lascia la Regione dov’era il super-manager della sanità veneta, quando Assidoge di Mirano monopolizzava le polizze assicurative (80 milioni all’anno). E “segue” il project financing miliardario del nuovo ospedale di Padova. Ruscitti risulta amministratore unico di Ihlf in ottima compagnia: Bortolo Simoni direttore generale della Usi 8 di Asolo; Stefano Del Missier che ha ricevuto più di un incarico da Formigoni; Giovanni Pavesi, dg della Usl della Bassa padovana dove si sta costruendo il nuovo ospedale. E’ la sussidiarietà che in Veneto piace anche alle coop emiliane e alle sigle della Compagnia delle Opere.

Infine, l’attuale direttore del Cvn. Il nome di Hermes Redi, ingegnere, non passa inosservato fra le 2.710 pagine del “rapporto trasparenza” pubblicato dal ministro Filippo Patroni Griffi sulle spese per le consulenze nel 2011 in Veneto. Il suo studio professionale Hmr Srl ha incassato dalla giunta Zanonato a Padova 211 mila euro fra la sicurezza dell’Arco di Giano e la riqualificazione del palasport San Lazzaro.