«Qualsiasi discussione sull’uscita dal programma di acquisti per l’emergenza pandemica (il «Pepp», cioé il piano che tiene in piedi paesi come l’Italia che hanno aumentato il proprio debito pubblico di oltre 150 miliardi di euro in un solo anno) è prematura» e nel consiglio della Banca Centrale Europea (Bce) non se ne è parlato. Lo ha detto ieri la presidente della Bce Christine Lagarde nel corso di una conferenza stampa seguita alla riunione di giugno e alle sue comunicazioni. Anche nei mesi estivi, e sarà così in quelli successivi, gli acquisti netti effettuati da Francoforte dovrebbero aggirarsi intorno ai 75-80 miliardi di euro al mese. Su alcuni aspetti di queste decisioni, approvate all’unanimità, ci sono state vedute divergenti nel consiglio Bce, lo ha ammesso la stessa Lagarde. Il «dibattito» si è acceso, com’è ormai tradizione, sul ritmo degli acquisti in ambito «Pepp» e sulla valutazione dei rischi per le prospettive dell’Eurozona.

La Bce manterrà i tassi di interesse ai minimi storici nonostante i segni di una ripresa economica nonostante una fiammata dell’inflazione, soprattutto negli Usa. In prospettiva l’inflazione tornerà a scendere a inizio 2022, ha detto Lagarde. Il consiglio della Bce monitorerà con attenzione l’andamento dei prezzi core dove si è registrato un lieve movimento al rialzo. Nel complesso la banca centrale europea non ritiene che ci siano ancora le basi per una ripresa sostenuta della crescita nel lungo periodo, soprattutto con un mercato del lavoro ancora molto debole.

Nello scenario sull’andamento dell’economia nell’Eurozona pubblicato dalla Bce sono state riviste al rialzo le stime per il 2021 (al 4,6% dal 4% e per il 2022 al 4,7% dal 4,1%). Il Pil dell’Eurozona tornerà sopra i livelli pre-covid. Ciò non porterà all’allentamento delle misure monetario ultra-accomodanti a causa dell’incertezza legata all’andamento della campagna vaccinale e dei suoisviluppi (terza dose ecc). E si attendono gli effetti del «Next Generation Eu» con gli investimenti. La strada è lunga e sarà coordinata con quell della Commissione Ue che ha ipotizzato il ritorno di un «patto di stabilità e crescita» da riformare entro l’inizio del 2023.