La signora che mi serve il caffè all’autogrill ha la mascherina d’ordinanza, uno di quegli assurdi cappellini rossi che le rovina la messa in piega e l’aria battaglierissima. Ci serve un ottimo espresso con gentilezza, poi all’improvviso urla verso qualcuno alle mie spalle: «Uei te. La mascherina! Devi metterla». Mi giro e vedo una balda giovanotta che ancheggia accanto al fidanzato. Lui è museruolato, lei no. La vamp guarda la barista con altezzoso disdegno, sbatte la lunga chioma e veleggia verso l’uscita senza fare neanche un accenno a indossare il pezzo di stoffa o assumere un’aria contrita. La barista la guarda malissimo, poi rivolta a me dice: «Queste qua pensano di poter fare quello che vogliono. Si rovinano il trucco, dicono. Pensi che a una gliel’ho persino chiesto la settimana scorsa. «Ma lei – le ho detto – perché non si mette la maschera? È obbligatoria. Sa che cosa mi ha risposto? Ci ho messo un’ora a truccarmi. Mica voglio rovinarmi il make-up. Sa dove glielo metterei io il mekap a queste qua che fanno le bele gnocche con la salute degli altri? So io dove glielo metterei». Non ho indagato, tanto si capiva benissimo dove voleva arrivare, però l’ho guardata con simpatia.

Questa scenetta spiega bene il dramma che stanno vivendo molte donne negli ultimi mesi e, con loro, l’industria cosmetica. Da quando c’è l’obbligo di mascherarsi, il trucco del viso e soprattutto l’uso dei rossetti sono andati remengo. I nostri lipstick da mesi sono abbandonati in fondo ai cassetti per due ragioni. Uno: le labbra non le vede nessuno. Due: se anche le dipingi, quando ti togli la maschera il rossetto rischia di essere migrato, colato, spalmato chissà dove. Succede più o meno la stessa cosa con il blush, che una volta chiamavamo fard, per non parlare delle tracce di fondotinta che restano impresse sulla maschera la quale fa effetto carta assorbente. Resiste invece il trucco per gli occhi che, essendo l’unica parte del viso visibile, molte hanno deciso di accentuare.
I risultati di questa tendenza si vedono anche nei numeri. Secondo un’indagine Nielsen, da gennaio a giugno 2020 le vendite di rossetti sono calate del 24%, mentre il trucco per occhi ha perso solo il 10%. Ma i mesi peggiori sono stati quelli del lockdown (marzo/maggio) con meno 60% di vendite per trucco da labbra e meno 29% per quello da occhi. Evidentemente, a poche donne chiuse in casa veniva voglia di pitturarsi la faccia per allietare congiunti/e o se stesse.

La stessa tendenza la conferma l’indagine dello scorso settembre di Cosmetica italiana (associazione nazionale imprese cosmetiche) secondo cui il fatturato globale del settore cosmetico (12.007 milioni nel 2019) perderà nel 2020 l’11,6% e l’esportazione calerà del 15%. Per dire, l’unico a sorridere, con rossetto o senza, è l’e-commerce della cosmetica che nei primi sei mesi è aumentato del 38,8% mentre la vendita sui canali professionali è calata del 47%.
Tornando alla nostra barista e alla sua cliente pronta a salire sulle barricate per difendere il proprio make-up, ho una sola riflessione da fare. So benissimo che il trucco è un’arte e che meno si vede più richiede tecnica, tempo e perizia, capisco anche il bisogno di prendersi cura di sé e della propria immagine, so pure che alcune donne potrebbero uscire senza mutande ma non senza ciglia finte, ma ogni tanto nella vita ci sono delle priorità, tipo o la salute o il rossetto. In ogni caso, suggerirei alle bariste di autogrill lo sciopero del cappellino perché con sotto la maschera ti cancella la faccia.
Già il momento è triste. Perché infierire?
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