Su Ron Howard l’etichetta di «classico» pesa in maniera indiscriminata, utilizzata quasi sempre senza una reale cognizione di causa. Ironicamente il classicismo gli viene rimproverato sia come una sua presunta incapacità di essere all’altezza del modello dei maestri, sia, al contrario, come pigro ossequio al modello narrativo dominante nel cinema statunitense. Vero è che Ron Howard, allievo di seconda generazione della scuola di Roger Corman, ha sempre conservato negli occhi il modello di un cinema in grado di raggiungere un pubblico ampio, ma allo stesso tempo ha sempre tentato di introdurre elementi di discontinuità formale rispetto al tradizionale racconto «invisibile»....