Nel dicembre del 1983, Ellendea e Carl Proffer – una stravagante coppia di editori statunitensi che da più di un decennio si dedicavano tenacemente alla diffusione di quella parte eterodossa della letteratura russa ritenuta impubblicabile in patria – si videro recapitare ad Ann Arbor, Michigan, l’ennesimo manoscritto. L’autore, Saša Sokolov, era tutt’altro che uno sconosciuto; sette anni prima la minuscola casa editrice da loro diretta, Ardis, ne aveva già dato alle stampe in russo il romanzo di esordio La scuola degli sciocchi, virtuosistico monologo dell’allievo di un istituto per ritardati mentali che Vladimir Nabokov, certo non incline alle lusinghe, definì...