È un lavoro in cui si sente la voglia di provocare, ma non per vezzo di superficie. Riversa in una scena dove l’alto e il basso si confondono senza vergogna tra un water posto al centro dello spazio teatrale, una copia distesa a terra del Cristo del Mantegna e una bicicletta di fine Ottocento, una disincantata riflessione per brandelli sul nostro tempo confuso a partire dal soggetto che dà il nome allo spettacolo: Kristo (quadri di dubbia saggezza). A FIRMARLO è Roberto Zappalà, coreografo catanese, qui autore di regia e linguaggi del corpo, testi a cura di Nello Calabrò: ha...