A quasi due anni dalla scomparsa del giornalista saudita Jamal Khashoggi nel consolato di Riyadh a Istanbul, la farsa del processo in Arabia saudita è completa: ieri la corte ha trasformato in 20 anni di carcere la condanna a morte per cinque imputati, comminata nel dicembre scorso, e ha ridotto a 10 anni la pena a 24 per altri tre, a seguito del perdono (chissà quanto spontaneo) della famiglia Khashoggi.

Di nessuno di loro si conosce ancora il nome. Di certo non sono i bracci destri del principe Mohammed bin Salman. Riyadh ha di nuovo graziato se stessa.