Internazionale

Khartoum a ferro e fuoco tra polizia e manifestanti

Sudan In pochi giorni gli scontri si sono estesi alle principali città del paese

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 26 settembre 2013

Khartoum a ferro e fuoco nella morsa degli scontri tra la polizia e i manifestanti che protestano contro il taglio ai sussidi al carburante deciso dal governo sudanese lunedì scorso. Tagli delle sovvenzioni che, come altre misure di austerità varate recentemente, hanno provocato un’impennata dei prezzi del petrolio e rischiano di aumentare l’inflazione. Ieri, gas lacrimogeni sono stati sparati contro i dimostranti dopo che un edificio universitario e diversi distributori di benzina erano stati dati alle fiamme. Bloccata la strada principale che conduce all’aeroporto, nei pressi del lussuoso hotel Rotana. Mentre centinaia di agenti in borghese armati di pistola e manganello si sono riversati per le strade e appollaiati sui palazzi governativi. La capitale del Sudan si è così trasformata in un campo di battaglia isolata dal resto del mondo dopo che anche l’accesso a internet è saltato molto probabilmente bloccato per impedire ai manifestanti di coordinarsi attraverso i social media. Due i morti secondo le testimonianze raccolte dall’agenzia Reuters e 20 i manifestanti trattenuti dalla polizia.
Dal sud di Karthoum in pochi giorni le proteste si sono diffuse nelle principali città sudanesi con slogan che urlano a un cambio di regime e che rischiano ora di infiammare l’intero Sudan. Mentre da un lato le autorità di governo le condannano bollandole come atti di sabotaggio e il presidente Omar Al-Bashir difende le misure varate per abolire le sovvenzioni come l’unica alternativa contro il collasso economico del Paese.

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