Khalida Jarrar e Manal Tamini, due donne palestinesi note anche all’estero per il loro impegno, sono finite nel mirino dell’occupazione. Oggi Jarrar, parlamentare ed esponente di spicco del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, sarà giudicata dalla corte militare israeliana di Ofer che deciderà se confermare la sua detenzione, probabilmente in forma “amministrativa” (ossia senza processo), o rilasciarla. La deputata del Fplp è stata arrestata nella notte tra mercoledì e giovedì nella sua abitazione di Irsal al-Bireh, alle porte di Ramallah, da reparti speciali dell’esercito che non hanno precisato a quali accuse Jarrar dovrà rispondere. Per l’Associazione dei Prigionieri Palestinesi si tratterebbe di una “ritorsione ritardata” per il rifiuto opposto dalla dirigente del Fplp alla decisione presa lo scorso agosto (poi revocata) dall’esercito israeliano di confinarla per sei mesi a Gerico

 

. Altri mettono in rilievo che Jarrar è stata tra i principali promotori dell’adesione della Palestina alla Corte penale internazionale dell’Aja avvenuta il 1 aprile nonostante l’opposizione di Israele e degli Stati Uniti. Secondo l’Ong “Addameer”, che assiste i prigionieri politici, le forze di sicurezza palestinesi si sarebbero rese complici dell’arresto di Jarrar perchè avvenuto nella zona A della Cisgiordania che, secondo gli Accordi di Oslo, è sotto il pieno controllo dell’Anp del presidente Abu Mazen. Al momento sono 18 i parlamentari palestinesi nelle carceri israeliane.

 

Manal Tamini, una delle principali attiviste della lotta popolare contro l’occupazione, è stata ferita ieri a una gamba da un colpo sparato dall’esercito durante la manifestazione che gli abitanti del suo villaggio, Nabi Saleh (Ramallah), tengono ogni venerdì contro il Muro costruito da Israele in Cisgiordania. Le sue condizioni non sono gravi ma l’accaduto conferma l’uso di armi da fuoco da parte dei soldati israeliani contro manifestanti disarmati.