John Kerry fatto sapere, prima del suo arrivo a Gerusalemme, che la sua missione in Israele e Territori palestinesi occupati avrebbe avuto lo scopo di esplorare le strade per calmare le tensioni di questi ultimi due mesi. Poi, una volta giunto a destinazione, il Segretario di stato ha espresso solidarietà solo a una parte, Israele. «Voglio esprimere la mia condanna completa di ogni atto di terrorismo che colpisce vite innocenti e sconvolge la vita quotidiana di una nazione. Israele ha il diritto di difendersi da un terrorismo privo di senso», ha affermato Kerry incontrando a Gerusalemme da Benyamin Netanyahu. Da parte sua il premier israeliano ha ribadito la sua tesi del “terrorismo globale”, lo “stesso terrorismo” che colpirebbe a Parigi come a Tel Aviv. «Non ci può essere pace mentre persiste qua una offensiva terroristica» ha detto «noi combattiamo direttamente i terroristi e chi li incita. È in corso una lotta fra la civiltà e la barbarie». Kerry nel pomeriggio è andato a Ramallah dove ha incontrato il presidente palestinese Abu Mazen.

Il giro mediorientale di Kerry è avvenuto poche ore dopo un presunto attacco dell’aviazione israeliana lungo il confine tra Libano e Siria nel quale, secondo fonti dell’opposizione siriana, sarebbero rimasti uccisi otto combattenti libanesi di Hezbollah e cinque soldati dell’esercito di Damasco. Da parte israeliana non è giunta alcuna conferma. Lo scorso 11 novembre, sempre fonti dell’opposizione siriana, avevano riferito di un attacco aereo israeliano nella zona dell’aeroporto di Damasco.