C’è attesa per le nuove rivelazioni di WikiLeaks. Lo ha promesso il cofondatore del sito, Julian Assange, domenica scorsa, durante un forum sulla sorveglianza illegale a cui ha partecipato in videoconferenza, da Londra. Assange non ha però rivelatoquando verranno diffuse le nuove informazioni, né il loro contenuto. L’attivista australiano, rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra dal giugno del 2012, ha duramente criticato l’amministrazione di Barack Obama e le sue agenzie di intelligence e ha accusato Google di assecondare gli Usa nell’attività di controllo delle informazioni, a scapito della privacy. Lo spionaggio di massa – ha affermato Assange – non serve comunque «a combattere il terrorismo» come pretende il governo Usa per obbligare i provider a fornire informazioni sugli utenti.

Una posizione che WikiLeaks ha sostenuto con forza anche durante il Datagate, quando l’ex agente della Cia, Edward Snowden ha deciso di rivelare il gigantesco piano di intercettazioni illegali messo in atto dalle agenzia di intelligence Usa. Per queste sue battaglie, ha sostenuto Assange, il sito continua a «sopravvivere e a funzionare nonostante tutti gli attacchi».

La situazione di Assange non ha finora trovato soluzione, nonostante le manifestazioni in sua difesa che si sono svolte in tutto il mondo e l’attività diplomatica dell’Ecuador. Il ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patiño, giovedì scorso ha nuovamente incontrato l’ambasciatrice di Svezia, ma senza esiti concreti. Assange è accusato di spionaggio per aver rivelato al mondo il Cablogate e le informazioni del soldato Manning (ora Chelsea), in galera negli Stati uniti. E la Svezia vuole processarlo per presunti abusi sessuali che l’attivista ha sempre negato. Da quando l’Ecuador ha accettato la sua domanda di asilo, Assange non ha più lasciato l’ambasciata, per paura di essere rapito e deportato negli Stati uniti.