“Vorrei chiarire la mia posizione una volta per tutte. In primo luogo, sostengo con tutto il cuore il movimento globale volto a combattere la disparità dei diritti delle donne, e a proteggerle da molestie irrispettose e che le danneggiano, sia fra le mura domestiche che sul posto di lavoro”. Durante la conferenza stampa di ieri, Jeremy Irons ha affrontato subito le critiche che gli sono state mosse – rivolte anche alla direzione del Festival per averlo scelto – quando è stato nominato presidente di giuria della Berlinale 2020. Critiche nate da interviste rilasciate dall’attore in passato, e in cui si esprimeva contro il matrimonio omosessuale, a favore del diritto della chiesa di dichiarare l’aborto un crimine, e sminuiva le molestie nei confronti delle donne – parole che l’attore rinnega e sostiene di avere già smentito. “In secondo luogo – ha aggiunto – sono fiero delle leggi che consentono i matrimoni fra persone dello stesso sesso, ovunque siano state approvate, e spero che simili provvedimenti illuminati si diffondano in un numero sempre maggiore di società. E infine supporto pienamente il diritto delle donne ad abortire, se questa è la loro scelta”. “Questi tre diritti umani – ha concluso Irons – sono a mio parere dei passi essenziali verso una società civilizzata e umana, per cui dovremmo tutti continuare a batterci. Ci sono tanti posti al mondo dove questi diritti ancora non esistono, e dove queste scelte di vita vengono pagate con la prigione, e perfino la morte”. Il chiarimento sulle sue posizioni, ha spiegato l’attore, era doveroso affinché la polemica non “distogliesse più l’attenzione dalla Berlinale”.