Italia USA: Forconi incrociati
Una strategia accomuna in questo prodoromo d’autunno le crisi politiche in Italia e Stati Uniti. L’ostruzionismo ad oltranza dell’ala Tea Party sulla riforma Obamacare e l’aventino del Pdl hanno in […]
Una strategia accomuna in questo prodoromo d’autunno le crisi politiche in Italia e Stati Uniti. L’ostruzionismo ad oltranza dell’ala Tea Party sulla riforma Obamacare e l’aventino del Pdl hanno in […]
Una strategia accomuna in questo prodoromo d’autunno le crisi politiche in Italia e Stati Uniti. L’ostruzionismo ad oltranza dell’ala Tea Party sulla riforma Obamacare e l’aventino del Pdl hanno in comune l’oltranzismo ideologico di una destra senza scrupoli e una vocazione kamikaze che segnala una crisi transoceanica della democrazia. In entrambi i casi si assiste ad un ricatto attuato dall’ala intransigente col fervore di un attentato suicida. In entrambi le “insurrezioni” il paese e’ tenuto ostaggio dell’interessato fanatismo di una fazione che non ha nulla da perdere. Tanto le falangi di Berlusconi come i desperados di Ted Cruz hanno anzi tutto da guadagnare da una rappresentazione mirata ad infervorare i fedelissimi con scenari apocalittici; una strategia che in entrambi i casi sventola lo spauracchio desueto dell’anticomunismo (o del socialismo a cui gli oltranzisti repubblicani ridicolmente accostano al riforma sanitaria di Obama basata sull’espansione del mercato per gli assicuratori privati). A Ted Cruz e compagni non possono interessare di meno le effettive conseguenze dell’ostruzionismo totale – quello sulla sanita’ e quello annunciato sul debt ceiling – hanno anzi tutto da guadagnare dallo stallo del governo o perfino quello dell’economia in fragile ripresa. Un cinica strategia del ‘tanto peggio tanto meglio’ che punta dichiaratamente al fallimento di Obama per capitalizzare alle prossime elezioni. A loro interessa posizionarsi come paladini dello zoccolo duro e rinsaldare il supporto di fedelissimi che dovrebbero fungere da forza di sfondamento alle prossime primarie. Sulla pelle del suo paese Cruz si gioca le ambizioni presidenziali e come Berlusconi le personali fortune politiche. Si assiste cosi’ su entrambe le sponde dell’oceano ad una forzatura della democrazia che sostituisce al dialogo politico l’intransigente sharia del muro contro muro, la dittatura di una minoranza sempre pronta morire con tutti in Filistei se non ottiene cio’ che vuole. In Italia i dimissionari sorpassano l’autorita’ del capo dello stato aggirando i meccanismi della fiducia parlamentare; in USA si tenta il sabotaggio, mediante la trattenuta dei necessari stanziamenti, di una legge regolarmente approvata in precedenza da entrambe le camere del parlamento. Tattiche che segnalano una identica volonta’ di a sacrificare le regole democratiche, e le sorti del paese, sull’altare dell’intransigenza dei reazionari in America e su quella, piu’ prosaica e meschina, del salvataggio del gran capo in Italia. Nel Pdl come nel GOP il salto di qualita’ ha rischiato di spaccare il partito e in entrambi i forconi hanno avuto la meglio sui moderati; e’ la legge del piu’ forte o in questo caso del piu’ kamikaze.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento