Rientrerà oggi in Italia, per recarsi subito alle zone terremotate, il capo dello stato Sergio Mattarella che ieri ha incontrato a Betlemme il presidente palestinese Abu Mazen. Una visita che non ha visto Mattarella elogiare i palestinesi, come aveva fatto con Israele, ed esprimere la sua vicinanza a un popolo che vive da 50 anni sotto occupazione militare, privato della libertà. Mattarella ha ripetuto le frasi pronunciate negli anni passati da capi di governo e dello stato, da Prodi a Berlusconi, da Napolitano a Renzi. Ad Abu Mazen che chiede il riconoscimento del governo italiano della Palestina, il presidente ha rinnovato il sostegno e la cooperazione dell’Italia «nel solco di una tradizione di ottimi rapporti con i palestinesi». Mattarella ha anche promesso un milione di euro per il restauro della Basilica della Natività. Niente di nuovo: espressioni di amicizia, qualche aiuto economico ma nessun appoggio politico concreto. Da parte sua Abu Mazen ha colto l’occasione per replicare alla presa di posizione di Renzi a sostegno di Israele sulla recente risoluzione su Gerusalemme approvata dall’Unesco. «Israele ha detto bugie e ha confuso religione con archeologia», ha spiegato il leader palestinese «non abbiamo nulla contro la religione ebraica». (mi.gio)