Il decollo di Ita è precario quanto la compagnia nata per sostituire Alitalia. Dopo giorni di silenzi e dubbi, ieri sono arrivate le convocazioni dei sindacati – per oggi stesso – e qualche certezza in più. Notizie che confermano il bagno di sangue occupazionale – a partire dal Servizio clienti, assegnato ieri a Covisian con i 621 addetti Almaviva Palermo sull’orlo del licenziamento – e l’incredibile opacità nell’operazione gestita chiedendo il permesso preventivo alla commissione europea, come conferma l’imbarazzato allegato – un comunicato stampa del Mef che non risulta essere un documento ufficiale – usato dai commissari di Alitalia nello spiegare ai sindacati il loro operato.

Dunque ieri Ita ha battuto i primi colpi con le prime dichiarazioni ufficiali dei suoi vertici. Il presidente Altavilla – ex Fca, scappato quando gli Agnelli scelsero Mike Manley e non lui per il dopo Marchionne, totalmente digiuno di trasporto aereo – ha peggiorato le stime sul personale, confermando i circa 8mila esuberi Alitalia: 2.800 ora – nel piano industriale di luglio la forbice era «2.750-2.950» – e «del numero complessivo massimo di circa 5.750 dipendenti nel 2025», mentre nel piano industriale di luglio l’aggettivo «massimo» non era presente.

I CASSINTEGRATI ALITALIA SAI possono da ieri mandare il loro curriculum per le varie posizioni – piloti, personale di terra, amministrativi – senza però che siano chiare le divisioni sul totale di 2.800 posti. Dalle parole di Altavilla – «confidiamo in una costruttiva interazione con le organizzazioni sindacali per dotare Ita di un nuovo contratto di lavoro innovativo e in grado di assicurare competitività strutturale all’azienda con i concorrenti» – traspare come sarà certamente peggiorativo e condizione sine qua non per poter partire, una sorta di ricatto per niente celato. Altavilla poi conferma i numeri della proposta di acquisto degli aeromobili Alitalia: «52 aeromobili (di cui 7 Airbus 330, 44 Airbus 320 family, 1 Embraer)», la metà dei velivoli attuali di Alitalia, a conferma del nanismo della nuova compagnia.

L’OPERAZIONE di acquisizione «degli asset Aviation consentirà ad Ita di avviare, in discontinuità, una nuova attività secondo forme organizzative originali», precisa Altavilla, in ossequio alla commissaria alla concorrenza Marghethe Vestager.

Dall’elenco dei sindacati convocati sia da Altavilla che dai commissari manca la Cub che ha già fissato per il 24 settembre lo sciopero dell’intero trasporto aereo e l’11 ottobre quello generale e per oggi terrà un presidio sotto la sede di Ita – via dell’Arte 19 al quartiere Eur di Roma – per contestare la nascita della compagnia con lo slogan: «Le dimensioni del settore aereo contano».

SEMPRE ITA FA SAPERE anche a tutti i lavoratori sarà richiesto il Green Pass per accedere al posto di lavoro e annuncia la vendita dei biglietti dal 26 agosto – una settimana dopo i tempi inizialmente annunciati. Per farlo attiverà dal 26 agosto un sito – www.itaspa.it – che sarà però provvisorio. Alitalia nel frattempo ha chiarito che da oggi non venderà più i biglietti per i voli successivi al 15 ottobre e «diffonderà a breve una comunicazione verso i clienti che hanno acquistato voli» dopo quella data.

L’ALTRA BRUTTA NOTIZIA di ieri riguarda l’assegnazione – anche questa molto in ritardo rispetto ai tempi previsti – del servizio in appalto di assistenza clienti. Come anticipato dal manifesto, la gara non è stata vinta da Almaviva – call center che lo deteneva per Alitalia – ma dalla società Covisian, altro colosso dei call center. Nel comunicato non si menziona la «clausola sociale» prevista dalla legge e dunque i 621 lavoratori Almaviva di Palermo sono senza un lavoro. I sindacati e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando annunciano comunque battaglia e tirano in ballo il governo. «Nonostante le rassicurazione pervenute a mezzo stampa da Ita, non prevede l’applicazione della clausola sociale a favore delle 621 persone che oggi gestiscono il servizio per Alitalia – denunciano Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil in una lettera indirizzata ai ministri Giorgetti e Orlando e all’ad di Ita Fabio Lazzerini – . Nel ribadire l’inammissibilità di questa decisione, richiediamo che dia a questi lavoratori, tutti con una esperienza pluriennale inestimabile, la certezza di veder applicato il loro diritto alla continuità occupazionale».