È il primo bando lanciato da Ita, la nuova Alitalia. E rischia di essere il primo di tanti bagni di sangue occupazionali per la nascita della compagnia a totale capitale pubblico. Si tratta del bando per l’assistenza ai clienti e call center che – come per tutto tranne aerei – prevede discontinuità con la vecchia compagnia.
A giorni, se non a ore, dovrebbe essere comunicato il vincitore che dovrà essere operativo probabilmente dal 18 agosto quando Enac darà il via libera a Ita per volare e vendere i biglietti. E quasi certamente il vincitore non sarà Almaviva, mettendo per strada gli attuali 570 lavoratori del call center di Palermo.
Incredibilmente proprio Alberto Tripi, il capo azienda di Almaviva, che a fine 2018 fu autore, insieme all’insipienza del governo, del più grande licenziamento collettivo degli ultimi 30 anni – i 1.666 addetti Almaviva di Roma – un anno fa si fece avanti con una manifestazione di interesse per rilevare la vecchia Alitalia. Per fortuna il commissario Leogrande non la prese in considerazione.
Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom già alla notizia del bando hanno denunciato il rischio di «disastro sociale». «Una gara che appare del tutto incomprensibile: la data di partecipazione ultima era fissata al 4 di agosto con pochissimo tempo per presentare l’offerta. Non si fa alcun riferimento alla clausola sociale o al fatto che la gara vada svolta dal territorio italiano (elemento strabiliante, se non scandaloso, essendo Ita una società pubblica). A rischio ci sono 570 posti di lavoro a Palermo – continuano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom – . La gara è totalmente improntata al principio del massimo ribasso. Il premio, addirittura con un punteggio tecnico extra al fornitore che avesse la propria sede su Roma, al netto di dove oggi sono allocati i centri produttivi, è di fatto un invito a delinquere, ovvero a non rispettare la legge sulle clausole sociali che garantisce la continuità occupazionale nei servizi di call center. Per non parlare del fatto che nel bando non si esclude affatto la possibilità di delocalizzare la commessa».
Ma la protesta dei sindacati potrebbe già aver sortito un effetto positivo. Dopo aver rassicurato sul fatto che «non si tratta di una gara al massimo ribasso», ieri da Ita fonti aziendali legano i tempi strettissimi dell’assegnazione con la necessità di avere personale già formato e in grado di essere immediatamente operativo, come quello di Palermo che lavora come call center Alitalia in buona parte da 20 anni con call center ppoi assorbiti da Almaviva.
Di certo però non potranno essere mantenuti tutti gli attuali 570 lavoratori. Lunedì il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha inviato una lettera ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, Andrea Orlando e Giancarlo Giorgetti, per chiedere al governo di intervenire convocando Alitalia, Almaviva e Ita, in modo da trovare una soluzione che garantisca sia la tenuta occupazionale, nel rispetto della professionalità espressa in tutti questi anni dalle lavoratrici e dai lavoratori palermitani di Almaviva, sia la qualità del servizio alla nuova società».