Come anticipato dal manifesto una settimana fa la battaglia legale contro Ita e la gestione del suo presidente Alfredo Altavilla si fa sempre più forte. Aumentano i ricorsi e non si esclude nemmeno una denuncia penale per i danni provocati ai non assunti e una azione di responsabilità civile nei suoi confronti per aver sperperato denaro di una azienda totalmente pubblica.
Dopo le due class action presentate alla sezione Imprese del tribunale civile di Roma per discriminazione nell’assunzione delle donne fra i 35 e i 50 e con legge 104 – la prima – e per la non applicazione della continuità contrattuale nella cessione di ramo d’azienda e la richiesta di riassunzione di tutti gli oltre 3 mila lavoratori del ramo Aviation di Alitalia non riassunti – la seconda – il sindacato autonomo Assovolo ha deciso di appoggiare e divulgare i ricorsi presentanti dall’avvocato Pier Luigi Panici, presentati ieri in una conferenza stampa intitolata “Il diritto di avere diritti”, molto partecipata dai lavoratori.
«La nostra è una battaglia per i diritti e una battaglia sindacale – ha premesso il segretario generale di Assovolo Davide Carovana – . In Ita si applicano condizioni salariali e di diritti peggiori delle compagnie low cost. Se lo scorso 8 settembre tutti i sindacati dissero “No” ad Altavilla che proponeva un contratto vergognoso, il 2 dicembre i confederali hanno firmato lo stesso accordo e ora i sindacalisti sono tutti stati assunti in Ita. È stato il loro 8 settembre, non si sono filati neanche i lavoratori che aspettavano di essere assunti», ha rincarato Carovana.
«Diversamente dalla class action – ha spiegato l’avvocato Panici – non vogliamo intralciare il rilancio della compagnia chiedendo l’assunzione di tutti gli esclusi. Al contrario, vogliamo sostenere la compagnia ma riportandola nel terreno della legalità, dopo il disprezzo delle leggi italiane e comunitarie dimostrato da Altavilla. Ci sono due profili di illegalità: il più importante è la violazione dell’articolo 2112 del codice civile che in caso di trasferimento d’azienda prevede che i lavoratori debbano transitarvi mantengano i diritti acquisiti, previsto anche dalla direttiva europea 23 del 2001. Ita è in totale continuità con Alitalia perché il 14 ottobre personale e aerei e tutto era di Alitalia, dal giorno dopo erano di Ita. Quindi è lampante la prosecuzione dell’attività aziendale del ramo Aviation di Alitalia: l’articolo 47 della legge 428 del 1990 prevede che il 2112 non si applichi solo in caso cui aziende in amministrazione straordinaria abbiano cessato l’attiviità. Il secondo livello di illegalità deriva dal fatto che Ita è un’azienda totalmente pubblica e dunque è obbligata a utilizzare criteri di obiettività, imparzialità e trasparenza nella selezione del personale, come previsto dall’articolo 97 della Costituzione e confermato da sentenze granitiche di Cassazione».
Quest’ultima fattispecie produrrebbe «la nullità di tutti i 2235 contratti fatti da Ita da parte del giudice che potrebbe anche applicare d’ufficio l’articolo 323 del codice penale – abuso d’ufficio – perché “l’incaricato di pubblico servizio” Altavilla ha favorito alcuni lavoratori e danneggiato gli esclusi», spiega Panici. In più «la minaccia di Altavilla di “portare i libri in tribunale” in caso di sconfitta sembra una sorta di pizzino ai giudici mentre gli articoli 2392 e 2393 dovrebbero portare l’azionista unico di Ita – il Mef, il governo – a una azione di responsabilità civile per l’uso illegale dei 3 miliardi di capitale pubblico», conclude Panici.
Nelle 46 pagine dei ricorsi depositati al tribunale del lavoro di Roma per circa 150 lavoratori, presentati a gruppi di una decina per facilitare la gestione degli eventuali patteggiamenti, l’avvocati Panici – che vinse contro Altavilla ai tempi della discriminazione degli iscritti Fiom non riassunti a Pomigliano nella newco Fca – si chiede «in via principale il ripristino del contratto di lavoro con corresponsione dei relativi stipendi a titolo di risarcimento. In via alternativa e integrativa l’obbligo di Ita di procedere alle assunzioni seguendo princìpi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità risarcimento del relativo danno».
La recente svolta societaria con l’offerta di Msc e Altavilla che si appresta a svendere Ita a Lufthansa porterà certamente molti altri dei 3 mila esuberi a fare ricorso.