«È una odissea, gli israeliani hanno condannato a due anni mia mamma. Sarà scarcerata il 30 ottobre, ha già scontato un anno e quattro mesi». Suha ci spiegava ieri i nuovi sviluppi del caso di sua madre, la parlamentare Khalida Jarrar, che secondo la sentenza emessa ieri dai giudici della corte militare israeliana di Ofer, è colpevole di «incitamento alla violenza» e di appartenenza a una organizzazione illegale, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, la principale formazione della sinistra palestinese. «Mia madre – ha aggiunto – ha soltanto denunciato l’occupazione israeliana e chiesto libertà per il nostro popolo». Dirigente di spicco del Fplp, storica attivista dei diritti delle donne palestinesi, Jarrar venne arrestata a Ramallah il 31 ottobre 2019 ma da alcuni anni entra ed esce dal carcere. Prima della condanna di ieri ha trascorso diversi periodi di detenzione amministrativa, il carcere senza processo. Il suo primo arresto risale al 1989. Oltre a Jarrar, sette deputati palestinesi eletti sono attualmente detenuti in Israele. Secondo la ong Addameer, a gennaio erano 4.400 i prigionieri politici palestinesi, tra cui 37 donne e 160 minori.