Bene ma non benissimo per Giuseppe Conte. Anche sul 2 per mille il leader incassa il sì degli iscritti. Alla consultazione online non partecipano in tanti (37 mila, poco più di un quinto degli aventi diritto) ma si schierano in maggioranza perché anche il Movimento 5 Stelle possa accedere ai finanziamenti pubblici.

La svolta era stata chiesta già un anno fa, agli Stati generali del M5S, ed era poi stata ribadita, su proposta del leader, una settimana fa all’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari. La vittoria era attesa, insomma, ma è tutt’altro che insignificante. Perché più passa il tempo e più Conte si convince del fatto che il M5S, tra protagonismi interni e tendenza all’entropia degli eletti (soprattutto quelli, e sono tanti, rassegnati al fatto che la loro esperienza parlamentare si concluderà con la fine di questa legislatura) rischia di dissipare il tesoretto di consensi che ancora, stando ai sondaggi, riscuote presso gli elettori. Per questo motivo già nel primo pomeriggio, quando le urne virtuali sono chiuse da poco, va alla Camera e incontra i deputati più vicini e i suoi collaboratori. Qui detta la linea: «Questo voto conferma che i nostri militanti ci chiedono con forza una fase nuova. Un nuovo corso». Conte vuole aggirare l’ostacolo principale al rinnovamento, il corpaccione che sta nei palazzi e che (come ha riferito qualche giorno fa l’ex reggente Vito Crimi) finora è stato il principale finanziatore delle casse del M5S tramite le restituzioni e soprattutto tramite i fondi destinati ai cospicui gruppi parlamentari. Per farlo, ha bisogno di marcare una leadership solida e dimostrare che questa si trova in connessione con gli umori della base e sia in grado di ricostruire radicamento sul territorio, anche grazie all’accesso al 2 per mille. «Ora è responsabilità di tutti abbracciare pienamente questo nuovo M5S – dice Conte – E di rispondere a chi ci chiede di appoggiare tutti in modo convinto e integrale questo percorso di rifondazione». Il segnale è soprattutto a Luigi Di Maio, che non risparmia attestati pubblici di fedeltà al nuovo corso ma che è considerato troppo attivo nelle retrovie della diplomazia politica. Ma anche al silenzio, dai più interpretato come ostile, di Beppe Grillo. Al quale Conte manda a dire: «Io ho preso atto di una richiesta che era sul tavolo da tempo e ho ritenuto giusto che fosse discussa nei gruppi e anche votata». Ieri, inoltre, l’ex sottosegretario Alessio Villarosa ha ammesso che Alessandro Di Battista sarà il leader del nuovo soggetto politico che sta prendendo forma nel corso del tour Su la testa, in giro per il paese.

Prima della partita per il Quirinale, che sarà decisiva per capire quanto Conte controlla davvero i suoi e per scoprire le carte sulla volontà dell’ex presidente del consiglio di andare al voto, i prossimi passaggi interni rischiano ancora una volta di essere percepiti come l’ennesimo referendum sulla figura del capo politico. Entro la fine di questa settimana, ad esempio, è attesa una nuova votazione per approvare i responsabili dei Comitati tematici e i nuovi organigrammi. E poi c’è l’elezione del nuovo capogruppo alla Camera, con Conte che ha dovuto ricucire i rapporti con l’uscente Davide Crippa dopo aver preso atto che avrebbe rischiato di ripetere il flop del senato. Prima del voto sul 2 per mille, tuttavia, sia Crippa che la ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone avevano espresso dubbi sull’opportunità di aderire al finanziamento pubblico. Il loro dissenso si unisce a quello dell’ex ministro Danilo Toninelli. «Rispetto il voto degli iscritti, ma oggi viene violato uno dei principi identitari più forti del M5S, uno dei valori fondanti, voluto da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio, che ha decretato il successo politico del M5S fino ad ora», dice il senatore Vincenzo Presutto. Per Primo Di Nicola «serviva un dibattito più approfondito». Gli iscritti hanno votato anche per la destinazione delle risorse affluite al fondo delle cosiddette «restituzioni»: 4 milioni di euro accantonati negli ultimi mesi verranno distribuiti in misura proporzionale alle opzioni espresse. Andranno, in ordine di preferenza, alla ricerca del Cnr, al fondo per la pubblica assistenza Anpas, a Emergency e al gruppo Abele.