Sono cominciati ieri gli interrogatori di garanzia relativi all’inchiesta sulla metanizzazione dei comuni dell’isola di Ischia. Il primo a essere sentito nel carcere di Poggioreale è stato Giosi Ferrandino, ex sindaco (si è dimesso martedì) sospeso dal Pd. Sentito per due ore dal gip Amelia Primavera e dai pm Celeste Carrano, Giuseppina Loreto e Henry John Woodcock, ha respinto tutte le accuse (i reati contestati agli 11 indagati vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, turbativa d’asta e false fatturazioni): nessun atto contrario ai suoi doveri per assegnare l’appalto alla Cpl Concordia (avviato prima del suo mandato), mai stato in Tunisia, ha saputo solo a cose fatte che il fratello Massimo (anche lui interrogato ieri) aveva ricevuto un incarico di consulenza dalla coop modenese. Quanto alla convenzione della Concordia con l’hotel Le Querce di Ischia (330mila euro), il sindaco ha sostenuto di non avere alcun rapporto con l’albergo di famiglia, fu una iniziativa della sorella siglata dal padre.

Ha respinto le accuse anche Roberto Casari, ex presidente Cpl: la scelta de Le Querce fu dovuta alla comodità della struttura, in quanto alla consulenza sapeva che il sindaco aveva un fratello avvocato e pensò di affidargli una causa e quindi un incarico da consulente. E nulla di strano per le 500 copie del libro di Massimo D’Alema acquistate: prassi per regali aziendali.

Ieri è stato anche il giorno dell’esposto al tribunale di Napoli del vicepresidente della Camera, il grillino campano Luigi Di Maio: «Chiediamo di indagare sull’intreccio tra corruzione e cooperative legate ai partiti. Il Pd nervosissimo ha fatto più comunicati contro di me che contro il proprio sindaco arrestato. Ormai ricordano la Forza Italia dei tempi peggiori. Paura eh?». Il post su Facebook è stato preceduto da una conferenza stampa all’esterno della procura. «Ischia non è un caso isolato – ha commentato -, è inquietante la rete che si crea tra le stesse coop, dall’Expo al Mose a Firenze e a Mafia Capitale. E adesso sembra che si stia spostando in Puglia». M5S propone di istituire una procura nazionale anticorruzione: «E’ un sistema nazionale, mafioso e corruttivo, che deve essere affrontato con un coordinamento. E’ un coagulo di loschi interessi fra politici accusati di corruzione, membri della criminalità organizzata e cooperative».

I democrat accusano i pentastellati di ingerenze indebite nelle inchieste, D’Alema annuncia querele ai giornalisti e tuona contro la procura, che ha inserito nel fascicolo le intercettazioni su di lui pur non essendo indagato. Di Maio ribatte: «Se in un’intercettazione c’è un atteggiamento immorale da parte di un politico o un funzionario pubblico è meglio che i cittadini lo sappiano». Minaccia querela anche il presidente di Legacoop nazionale, Mauro Lusetti: «Il signor Luigi Di Maio continua a farneticare su questioni che non conosce e delle quali dovrà rendere conto. Le cooperative e i propri soci rappresentano un fattore di coesione sociale e di sviluppo. Anche per il suo ruolo istituzionale, dovrebbe sciacquarsi la bocca prima di parlare di noi».

La Concordia ieri ha annunciato di aver sospeso i propri alti dirigenti indagati «a conferma della coerenza e dei valori che caratterizzano il corretto operato di Cpl». L’operato che viene fuori dall’inchiesta non pare però rassicurante: l’addetto alle relazioni istituzionali, Francesco Simone, secondo i pm avrebbe costituito fondi neri tra San Marino e la Tunisia, impiegati per tessere rapporti con le fondazioni dei politici che potevano dare cose in cambio. Italianieuropei di D’Alema ma anche Icsa, pensatoio bypartisan che si occupa di scenari internazionali (vicino agli ambienti diplomatici e ai servizi segreti) voluto da Francesco Cossiga e Marco Minniti, sottosegretario Pd con delega appunto ai servizi. Simoni ha tutti i contatti giusti: la prefettura di Modena se si devono cancellare le multe all’auto o velocizzare il rilascio del certificato antimafia; l’ambasciatore albanese per recuperare voti alle europee; un aggancio con i leghisti per appalti nel milanese, uno con i casalesi per fare affari nel casertano.