Nel flusso inarrestabile delle nouvelles vagues cinematografiche europee degli anni ’60, la ex Jugoslavia occupa una posizione assolutamente peculiare, sia per le implicazioni politiche, che la trasformarono in un vero e proprio megafono contro la burocrazia dei cosiddetti duchi del Socialismo, che per la libertà estetica difficilmente ripetibile e rintracciabile, nella stessa caratura sovversiva, in altri luoghi del mondo. Karpo Godina, figura centrale di tre decenni di cinema jugoslavo (nonché, dall’indipendenza ad oggi, di trent’anni di cinema sloveno), è sempre stato un cineasta difficile, se non impossibile, da definire o circoscrivere: regista, direttore della fotografia, sceneggiatore, montatore in una combinazione...