Irmgard Keun, a Francoforte mentre la nazionalizzazione delle masse avanza
Dalla Germania anni Trenta La fuga della giovane Sanna da una Germania in pieno delirio nazista, «Dopo Mezzanotte», da L'orma
Dalla Germania anni Trenta La fuga della giovane Sanna da una Germania in pieno delirio nazista, «Dopo Mezzanotte», da L'orma
Pubblicato già ad Amsterdam nel 1937, fra i primi romanzi che hanno messo a tema l’esilio dei tedeschi dissidenti del regime nazista, Dopo mezzanotte, di Irmgard Keun (traduzione di Eleonora Tommasini, L’orma, pp. 192, € 16,00) ha affrontato, con precoce lucidità, la seduzione esercitata da Hitler e dai suoi aguzzini sulle masse. Il testo racconta due giornate a Francoforte sul Meno, mentre con trepidazione si attendono «l’avvento del Führer» e il suo immancabile discorso sulla piazza dell’Opera, che «brulicava di persone e di bandiere con la svastica, di ghirlande e di uomini delle SS». Un gruppo di amici, con altrettanta impazienza, si prepara a celebrare la «grande festa di Liska», durante la quale si riveleranno gli esiti concreti della retorica della violenza e della discriminazione che scandiscono la celebrazione pubblica, e si deciderà il destino della protagonista, la diciannovenne Susanne Moder (detta Sanna), e del suo gruppo di amici.
Dinanzi al disarmante successo dell’influsso di Hitler sulle masse, descritto con plastico realismo in tutta la sua drammaticità quando Sanna racconta dal balcone di un caffè l’ingresso trionfale del Führer sulla piazza di Francoforte, e al progressivo e cieco allineamento della mente dei tedeschi all’odio nazista, non resta alla ragazza e al suo piccolo gruppo di amici convintamente antifascisti se non scegliere fra l’esilio e l’omologazione con la massa in delirio. Il romanzo iscrive dunque nella storia del terzo Reich il destino di Sanna, la cui zia si era premurata di segnalarla, quando aveva sedici anni, alle autorità naziste, per essersi presa gioco di Hitler e Göring durante i loro discorsi.
Dal balcone di un caffè sulla piazza dell’Opera di Francoforte, il romanzo si conclude su un treno per Rotterdam, dove Sanna e Franz sono consapevoli di essere sfuggiti a una Germania che «gira su stessa, e ancora e ancora girerà su se stessa per i prossimi decenni», mentre il loro futuro si prepara non semplice, perché – come è stato detto a Sanna – «ogni Paese in cui andrai sarà duro e scivoloso come un guscio di castagna. Sarai un tormento per te stesso e un peso per gli altri».
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