La vice prima ministra irlandese Frances Fitzgerald, appartenente al partito conservatore Fine Gael, si è dimessa ieri, poco prima che in parlamento si discutesse una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Le dimissioni di Fitzgerald arrivano al termine di una settimana molto tesa, in cui si è sfiorata una crisi di governo che avrebbe portato il paese ad elezioni sotto Natale.

I fatti che hanno portato alle dimissioni di Fitzgerald risalgono al 2015, quando era ministra della Giustizia, e riguardano il caso del sergente di polizia Maurice McCabe, la cui vicenda ha già portato in passato alle dimissioni di alte cariche dello stato, incluso l’ex primo ministro Enda Kenny. Nell’ultimo decennio McCabe ha messo alla luce casi di corruzione e abusi all’interno della polizia irlandese. La vicenda, trascinatasi per anni, ha portato nel febbraio 2015 all’istituzione di una commissione d’inchiesta. In vista delle udienze della commissione, i vertici della polizia decisero di utilizzare una strategia molto aggressiva contro McCabe, basata sul metterne in dubbio l’integrità personale. Non è ancora del tutto chiaro su quali elementi fosse basata questa strategia, ma è probabile che si basasse su alcune accuse di abuso su minori sul conto di McCabe, rivelatesi totalmente infondate. La ministra venne informata dai vertici della polizia della decisione di perseguire questa strategia con una serie di email, che sono state rivelate al pubblico solo in questi giorni.

I problemi sono cominciati per Fitzgerald qualche settimana fa, durante un’interrogazione parlamentare sulla vicenda McCabe, quando è stato chiesto al governo se la ministra fosse a conoscenza della strategia messa in atto dai vertici della polizia. Rispondendo all’interrogazione, il premier Leo Varadkar ha affermato che Fitzgerald fosse venuta a conoscenza della strategia soltanto nel 2016, quando i verbali della commissione d’inchiesta sono stati resi pubblici.

Pochi giorni dopo però è stata resa pubblica una delle email inviate dalla polizia al ministero di Giustizia nel corso dei lavori della commissione, che documentava come il ministero fosse stato informato dai vertici della polizia già nel 2015. Le giustificazioni di Fitzgerald non sono bastate però ad evitare che la scorsa settimana prima il Sinn Fein (il principale partito di sinistra in Irlanda) e poi il Fianna Fáil (partito di centro destra che appoggia dall’esterno il governo) presentassero due mozioni di sfiducia contro di lei. Il Fine Gael, con Varadkar in testa, ha fatto quadrato attorno a Fitzgerald, mentre le opposizioni rifiutavano di ritirare le mozioni. Le elezioni sembravano a questo punto inevitabili, ma la posizione della ministra è stata ulteriormente aggravata dalla pubblicazione nella serata di lunedì di altre tre email risalenti al 2015, che confermavano che il ministero di Giustizia fosse stato informato. A questo punto, a fronte di un numero crescente di deputati del suo stesso partito che le chiedevano di fare un passo indietro, la ministra ha rassegnato le sue dimissioni.

Le dimissioni della Fitzgerald hanno probabilmente evitato che il paese andasse ad elezioni anticipate nel corso di dicembre, in un momento particolarmente delicato per via del nuovo round di negoziati sulla Brexit che riguarderanno anche e soprattutto il confine con il Nord-Irlanda, su cui al momento manca un accordo col Regno Unito. Un’altra decisione che rischiava il rinvio è quella sul referendum sull’aborto, che si dovrebbe tenere nel corso del 2018. Benché la crisi sembri momentaneamente passata, la vicenda Fitzgerald ha mostrato la fragilità dell’accordo su cui si basa il governo di minoranza e non è improbabile che si vada ad elezioni nella prossima primavera. I problemi per il giovane premier Leo Varadkar sembrano dunque appena iniziati.