A partire da domani l’Irlanda sarà il primo paese europeo a entrare nuovamente in lockdown per contenere l’epidemia da Coronavirus. Le nuove restrizioni dovrebbero rimanere in vigore fino al primo dicembre. A fronte di un rapido incremento dei casi di Covid-19 nelle ultime settimane, lunedì sera il primo ministro Micheál Martin ha annunciato la decisione alla nazione di portare il paese al quinto livello della scala di restrizioni introdotta dal governo, il più alto.

Ai cittadini sarà chiesto di rimanere in casa, salvo che per motivi di lavoro o di assoluta urgenza, anche se sarà permesso uscire per compiere esercizio fisico in un raggio di cinque chilometri dalla propria abitazione. Proibite le visite in casa d’altri, anche se vi saranno eccezioni per persone che vivono da sole e vulnerabili, mentre sarà permesso incontrarsi all’aperto con gli appartenenti ad un solo altro nucleo familiare. Chiuderanno le attività commerciali non essenziali, mentre pub e ristoranti saranno aperti solo per l’asporto. La maggior parte dei settori dell’industria e le costruzioni dovrebbero però continuare ad operare. Una situazione quest’ultima di monitorare, dopo che nel corso degli ultimi mesi sono scoppiati vari focolai in industrie come quella della lavorazione della carne.

A differenza della prima chiusura, scuole e asili nido rimarranno aperti, almeno fino a nuovo ordine, mentre le università svolgono lezioni online già da qualche settimana. I sindacati degli insegnanti si sono detti preoccupati della decisione e hanno chiesto di essere consultati dal ministero dell’istruzione.

La decisione arriva dopo che nelle scorse settimane il governo irlandese aveva rifiutato per due volte la raccomandazione del National Public Health Emergency Team – l’equivalente del nostro comitato tecnico scientifico – di implementare misure più rigorose di contenimento della pandemia, per paura dei danni economici e sociali che sarebbero seguiti ad una nuova chiusura. Il governo si era quindi limitato a introdurre alcune restrizioni, come la limitazione agli spostamenti fra regioni e il divieto di visite nelle abitazioni altrui. Negli ultimi giorni la coalizione di governo, formata dai due partiti di centro-destra Fianna Fáil e Fine Gael e dai Verdi, si è però dovuta arrendere all’evidenza che c’era il rischio che la pandemia sfuggisse fuori controllo. Troppo alto il pericolo di mantenere soltanto un livello di restrizioni medio a fronte di una crescita molto rapida dei casi nelle ultime settimane, in un paese in cui il frammentato sistema sanitario ha circa la metà dei letti in terapia intensiva rispetto alla media europea. L’andamento della pandemia è pessimo anche nell’Irlanda del Nord, con annessi problemi di coordinamento fra le due giurisdizioni.

Per far fronte alle conseguenze sociali delle nuove misure, il governo ha annunciato l’estensione degli specifici strumenti di supporto al reddito introdotti nella scorsa primavera, fra cui un’indennità di disoccupazione fino a un massimo di 1.400 euro al mese. Su pressione dei partiti di sinistra all’opposizione si sta anche discutendo il prolungamento del blocco degli sfratti e il congelamento degli affitti, a fronte di una situazione abitativa che rimane disastrosa.

Ci vorrà un po’ tempo per valutare l’efficacia delle nuove misure, che secondo le previsioni del governo dovrebbero permettere di riportare la situazione sotto controllo in tempo per il Natale. Presto scopriremo se la decisione del governo irlandese sarà un’eccezione o diventerà la regola a fronte dello scoppio della cosiddetta ‘seconda ondata’ della pandemia da coronavirus in Europa.