Barham Salih non è da solo: la decisione di dimettersi da presidente della Repubblica dell’Iraq come forma di protesta per la nomina di un premier filo-iraniano è stata appoggiata da tanti. Dai curdi del Puk, il partito del clan Talabani; da Sairoon, coalizione di sadristi e comunisti; dal partito Al-Nasr dell’ex primo ministro al-Abadi; dalla lista sunnita del Salvation Front. Ma soprattutto Salih ha il pieno sostegno della protesta che dal primo ottobre manifesta (e muore) per un altro Iraq, non più basato su una divisione settaria del potere, non più corrotto, non più dipendente da Iran e Stati uniti....