Era l’autunno del 1982 quando Blade Runner uscì nelle sale inglesi, e io avevo solo dieci anni. Il certificato era ‘AA’ che significava vietato ai minori dei 14 anni. All’epoca c’era anche la ‘X’: vietato ai minori di 18 anni. C’è ancora, ma adesso si chiama ‘18’. Gli inglesi sono meno permissivi a questo riguardo. Ero molto dispiaciuto di non poterci andare – ero un grande fan di Harrison Ford dopo Guerre Stellari e I predatori dell’arca perduta. Mia mamma mi comprò il libro del film per consolarmi: Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick. Il titolo italiano è banale in confronto all’originale: Do Androids Dream of Electric Sheep? (Gli androidi sognano le pecore elettriche?) Il libro era straordinario, mostrava una realtà sempre aperta alle domande ed alle incertezze. Il protagonista, Rick Deckard, era un uomo triste, piccolo, sottomesso alla moglie e in preda ad ansia sociale perché non possedeva un animale vero, ma solo uno elettrico. A differenza di Indiana Jones – uscito nel 1981 – o Han Solo – ibernato in una lastra di grafite nel 1982. Facevo fatica a immaginare come Harrison Ford potesse trasformare questo cacciatore di taglie in nobile eroe. Quando, un paio d’anni più tardi, ho visto il film in VHS sono rimasto molto colpito dal ritratto scuro del suo Deckard, un poliziotto che spara alle spalle ad una donna mezza nuda. Quattro colpi di pistola. Sangue che schizza. Durante la prima metà del film, Deckard è una specie di investigatore vecchio stile, alla Raymond Chandler o Dashiell Hammett. Fa il suo lavoro quasi burocratico – 4 replicanti fuori regola devono essere giustiziati – e beve per affogare le sue emozioni. Ma quali emozioni? Si innamora di Rachel (Sean Young), una replicant che non sa di esserlo. Come vediamo nella seconda metà del film, sono i replicanti Pris (Daryl Hannah) e Roy (Rutger Hauer) ad avere più sentimenti degli esseri umani. Il Voight-Kampff – un tipo di test di Turing usato dalla polizia usa per distinguere gli umani dagli androidi – misura le reazioni emotive ad una serie di domande sul maltrattamento degli animali – nel libro il fatto che gli animali sono quasi tutti morti è reso più chiaro e così, essendo ora rari, hanno un grande valore economico e sentimentale. L’ironia è che anche noi – cioè il pubblico del film – avremmo grosse difficoltà a superare la prova di Voight-Kampff. La qualità che viene definita umana è l’empatia per le cose che non sono umane. Ma aspettate. Questo potrebbe includere anche i replicanti, oppure no?
Dopo questo primo libro ho letto tutti i libri di Dick. L’autore californiano ha ispirato un sacco di film negli anni successivi con risultati diversi: Atto di Forza, Minority Report, I guardiani del destino, ecc. Forse il film più vicino alla visione epicamente paranoica di Dick è The Truman Show di Peter Weir, che mostra più di una somiglianza casuale al romanzo del 1959,Tempo fuor di sesto. Ma Blade Runner rimane il lavoro più famoso ed ora un nuovo capitolo: Blade Runner 2049. Le prime voci sono molto incoraggianti e non vedo l’ora di vederlo. Sono contento che il certificato in Inghilterra sia ‘15’. Spero anche che ci sia un fan di dieci anni che lo sta aspettando con ansia tanto da volerne leggere il libro.