Né Giuseppe Conte né Luigi Di Maio sapevano niente, dicono. Ma si informeranno, promettono. Il 7 agosto scorso, lo stesso giorno in cui un Dpcm dettava le ultime regole di contenimento del Covid-19, un altro decreto questa volta firmato dalla ministra del lavoro Catalfo con il concerto del ministro dell’economia Gualtieri alzava, fino a raddoppiarlo, lo stipendio del presidente dell’Inps, da 62 a150 mila euro lordi l’anno. La notizia dell’aumento per Pasquale Tridico, economista assai vicino a Di Maio, oltre che per la sua vice e per i consiglieri di amministrazione, allora non fu divulgata. Ma due giorni dopo, il 9 agosto scorso, l’Inps finì ugualmente al centro di una polemica, accadde quando Repubblica rivelò che cinque deputati avevano ottenuto il bonus Covid. Tridico dovette garantire di non essere stato lui ad aver fatto trapelare l’informazione, rivelatasi utilissima ai 5 Stelle ai fini della campagna elettorale per il Sì al referendum. Ieri è stata di nuovo Repubblica a raccontare dell’aumento riconosciuto a Tridico.

In realtà il decreto firmato Catalfo e Gualtieri prevede identico aumento (cifre più modeste sono previste per i vicepresidenti e i consiglieri di amministrazione, 40mila e 23mila euro) anche per la dirigenza dell’Inail – ma in questo caso nessuna polemica né richieste di dimissioni. Che invece arrivano puntuali per Tridico, da parte di tutto il centrodestra, il più scatenato ovviamente Salvini che non ricorda più di aver concorso alla nomina di Tridico ai tempi del governo gialloverde. Ma non attacca solo l’opposizione, anche Italia viva non perde l’occasione per polemizzare contro i 5 Stelle e l’uomo voluto da Di Maio. «La retorica anti casta – dice il capogruppo dei senatori renziani Faraone – è finita in farsa». Nemmeno il ministro degli esteri prende immediatamente le difese di Tridico: «Chiederò chiarimenti nelle prossime ore», dichiara. Nel silenzio del resto della maggioranza, anche Conte cerca di sfilarsi. «Non ero informato e ovviamente ho chiesto accertamenti», dice. Eppure a leggere il decreto che prevede l’aumento, la decisione sembra scaturire da un lavoro istruttorio (con tanto di videoconferenza a giugno) compiuto proprio dalla presidenza del Consiglio, che a sua volta veniva incontro a una richiesta partita dall’Inps.

Nel mirino delle polemiche di ieri soprattutto la retroattività dell’aumento. Che però, informa nel pomeriggio una nota della direzione risorse umane dell’Inps a parziale smentita di quanto scritto da Repubblica, non è prevista se non a far data dall’effettivo esercizio della funzione di presidente. Cioè dal 15 aprile scorso. La retroattività del decreto di agosto, vale a dire, c’è ma è solo di quattro mesi (aprile 2020) non di quindici (maggio 2019). Assai più consistente potrebbe essere invece la dimensione degli arretrati per l’Inail, dove il cda è stato nominato a dicembre 2019.