A mio avviso, Forrest Read ebbe ragione a mettere in risalto aspetti deludenti della faccenda in oggetto (malanimo, ingratitudine), quando, nel 1965, curò le lettere di Ezra Pound a James Joyce assieme ad altri scritti (Pound/Joyce, Rizzoli, 1967), oggi ristampato da il Saggiatore con il titolo Lettere a James Joyce (pp. 474, € 45,00). Questo imperdibile classico ci viene infatti riproposto in una scanzonata ri-traduzione di Antonio Bibbò, il quale, tuttavia, fa eco a quella coraggiosa e disambiguante di Ruggero Bianchi del ’67, operazione di cui Bibbò dà conto in una «Nota», nella quale, invece, nodo altrettanto focale diventa, chissà...