Un pomeriggio di polemiche tra Regione Lombardia e ministero della Salute, uno scontro che fa male a chi ha dovuto chiudere la propria attività, a chi ha dovuto limitare i propri spostamenti. La Lombardia ha scoperto di essere stata messa una settimana in zona rossa per errore e i colpevoli, secondo quanto chiarito in serata dall’Istituto Superiore di Sanità, siedono nel palazzo della Regione.

Quando nel primo pomeriggio si diffonde la notizia che l’indice Rt che aveva messo la Lombardia in zona rossa era stato calcolato su dati sbagliati, dal Pirellone sono partite le accuse: «La Lombardia deve essere collocata in zona arancione. Lo evidenziano i dati all’esame della Cabina di regia. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze».

Dal ministero di Speranza facevano sapere che il ricalcolo era avvenuto perché la Regione aveva mandato dei dati aggiuntivi sulla base dei quali chiedeva di ricalcolare la situazione lombarda. Nei giorni precedenti Fontana e la sua vice Letizia Moratti avevano polemizzato in modo confuso contro il governo, Fontana promuovendo un ricorso al Tar che smonta l’affidabilità dell’indice Rt nel calcolo delle zone, Moratti appellandosi invece all’Rt per ottenere una sospensione della zona rossa.

Che i due si parlino poco, e quando si parlano spesso litigano, è più che un pettegolezzo di palazzo. Fontana nei giorni scorsi aveva usato la zona rossa per attaccare il governo parlando di una «punizione» contro i lombardi. Ma se come sembra l’errore è stato commesso dalla Regione, l’unica vera punizione per i lombardi è continuare ad avere Attilio Fontana e Letizia Moratti alla guida della Lombardia. «Grazie alla correzione la Lombardia tornerà zona arancione. Il ricorso era un modo per provare a coprire l’errore» ha commentato al deputata dem Lia Quartapelle. «Fontana è il presidente più inadeguato di sempre. Con il suo comportamento abdica alle sue responsabilità. Siamo stanchi e stremati da questo stillicidio. Vogliamo uscire da questo tunnel di incompetenza» ha detto il segretario lombardo del Pd Vinicio Peluffo.

«La situazione è molto grave, sui dati Covid non si scherza. Chiediamo di convocare già lunedì in Commissione d’inchiesta Covid-19 il direttore generale sanità Trivelli» hanno chiesto Marco Fumagalli, Monica Forte e Gregorio Mammì del M5S. Anche i commercianti, tanto cari alla Lega, si sono fatti sentire: «Assistiamo preoccupati al dibattito in pieno sviluppo in queste ore, l’incertezza è un danno aggiuntivo» dice Marco Barbieri, della Confcommercio Milano.