Lo sciopero nazionale indetto dalla comunità dalit indiana è sfociato in episodi di violenza e lancio di pietre contro le forze dell’ordine in gran parte dell’India settentrionale.

Negli scontri con la polizia, stando al bilancio parziale dato dai media indiani nella serata di ieri, sono morti almeno 7 manifestanti. In diverse località i governi locali hanno chiuso scuole, banche e uffici dell’amministrazione pubblica, sospeso i servizi internet via mobile e imposto la section 144 del codice di procedura penale indiano, che rende illegali gli assembramenti di persone che possano minacciare l’ordine pubblico.

L’agitazione della comunità dalit arriva in risposta a una recente sentenza della Corte suprema relativa alla legge contro le atrocità commesse contro dalit e popolazioni tribali in India. Secondo le modifiche proposte dalla Corte, la legge sarà sostanzialmente «diluita», stralciando le disposizioni per l’arresto immediato di un indagato e introducendo la libertà su cauzione per gli indagati in stato di arresto. Di fronte a proteste su scala nazionale, il governo federale ha ufficialmente invitato la Corte a riconsiderare la sentenza. (m.m.)