«Come ella sicuramente sa, le elezioni politiche del 2018 mi hanno eletto membro del senato per il collegio di Firenze. Il martedì è tradizionalmente uno dei non molti giorni di attività parlamentare a Roma e dunque nella giornata di domani sarò nella capitale per assolvere al mio dovere costituzionale di rappresentante della nazione in base all’articolo 1 della Costituzione». Citazione della Costituzione sbagliata a parte – che il parlamentare rappresenti la nazione lo stabilisce l’articolo 67 – è assai risentita la lettera con cui Matteo Renzi ha fatto valere ieri il suo legittimo impedimento di parlamentare per non rispondere all’invito a comparirei era arrivato dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco che lo indaga per finanziamento illecito continuato in relazione all’attività della fondazione Open.

Renzi ieri, oltretutto, era atteso come testimone davanti alla commissione di inchiesta sull’omicidio di Regeni in Egitto. Sempre ieri gli avvocati dell’ex presidente del Consiglio hanno presentato un’istanza di incompetenza territoriale. Secondo i legali il procedimento dovrebbe spostarsi a Roma o a Velletri, in relazione ai primi presunti finanziamenti illeciti avvenuto a Roma o a Pomezia, oppure a Pistoia dove è stata costituita la fondazione che ha accompagnato l’ascesa politica dell’ex segretario del Pd, a partire dalla Leopolda. «Prima di rispondere alle domande sue o dei suoi colleghi – ha scritto ancora Renzi a Turco – avverto il dovere di conoscere quale sia il giudice naturale». Anche Maria Elena Boschi e Luca Lotti non hanno risposto a un analogo invito a comparire.