Parafrasando i titoli di due diverse e importanti opere letterarie, un saggio e un romanzo: si tratta di indagare «le parole e le cose», dunque di ricostruire il nesso tra ciò che abita il mondo e come vogliamo o possiamo indicarlo, e «le parole tra noi leggere», quella mucillagine di senso precario che svia e depista, incanta e seduce, ma troppo spesso ci fa mancare il senso. Due testi riferiti alla musica si offrono bene al gioco di parafrasi indicato. Il primo va a creare un incastro pressoché perfetto tra «le parole e le cose», e riesce a farlo con una leggerezza tanto piumata, da un lato, quanto di peso specifico reale altissimo. Alludiamo qui a Due parole sulla musica/Noi e il lessico musicale, di Marina Toffetti, pubblicato da Carocci editore. Toffetti insegna Teorie musicali e analisi delle forme musicali e delle tecniche compositive all’Università di Padova. Dunque, è persona decisamente addentro il ginepraio di edizioni critiche musicali, e voce autorevole degli studi musicologici. Questo agile testo, però, va in direzione opposta allo specialismo accademico, ed è, forse, uno dei migliori lavori di divulgazione sulla cultura musicale di base mai apparsi in Italia, nel senso preciso del termine divulgazione: «saper andare a spiegare in mezzo alla gente». Con stile scintillante, lingua cristallina, una dose di ironia, autoironia e umorismo rari a trovarsi tra gli specialisti, Toffetti ci introduce nel mondo della terminologia musicale, riuscendo a rendere trasparente quanto, sino ad oggi, poteva apparire oscuro e da addetti ai lavori. Nell’intento di mettere in grado chiunque di «parlare di musica» con appropriatezza, precisione storica, adesione al significato reale dei termini. Insomma, per usare un’altra parafrasi, di aver «le parole per dirlo». Chi ne ha un serbatoio scorrevole e variegato, di parole sulla musica, e un’attenzione al dato storico ben nota è lo storico del jazz e del blues Ted Gioia. La sua Storia del jazz edita da Edt è uno dei testi fondamentali per chi apprezza le note afroamericane, da mettere accanto alle opere di Zenni, al manuale curato da Sessa, al recente libro a firma Franco, Brazzale e il «nostro» Onori. Si stabilisce così un circolo virtuoso tra l’innovativo approccio dei nostri studiosi, e la forza narrativa a tratti trascinante di Gioia. Il libro era già in giro da tempo, ma adesso Edt ne fa uscire ora un’edizione aggiornata che aguzza lo sguardo storico fino alla contemporaneità di Kamashi Washington, Esperanza Spalding, Robert Glasper, Shabaka Hutchings. La storia si fa urgente attualità, e viceversa, accordando «le parole e le cose».