Venerdì la notizia delle sue dimissioni da tutti gli incarichi nella comunicazione social di Matteo Salvini per imprecisate «ragioni familiari». Ieri la notizia che Luca Morisi, l’inventore della «Bestia» che dal 2013 ha fatto decollare sui social il segretario del Carroccio, è indagato per cessione di stupefacenti dalla procura di Verona.

La brutta storia inizia a metà agosto, quando tre ragazzi vengono fermati dai carabinieri che trovano nella loro auto un flacone di droga liquida. O meglio: di quella che sembrerebbe droga, perché ad oggi il laboratorio di analisi dei carabinieri che serve tutto il nord-est non ha ancora fornito i risultati delle analisi.

Secondo quanto trapelato dalle indagini, sarebbero stati i ragazzi fermati a indicare Morisi come fornitore. Il 14 agosto è scattatala perquisizione della casa del social megafono di Salvini, nella campagna vicino a Verona: qui sarebbero state trovate piccole dose di cocaina, compatibile con l’uso personale. Sono stati sequestrati anche cellulari e materiale informatico.

Morisi ha nominato un avvocato, ma non è ancora stato sentito dai pm. Di fatto però si è già assunto la responsabilità dei fatti, e lo stesso Salvini ha parlato di «un amico che sbaglia», che «ha fatto del male soprattutto a se stesso».

«Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo», scrive Morisi in una nota in cui si scusa con Salvini, con i familiari e con il socio «per la mia debolezza e i miei errori». Le dimissioni, rivela, sono state rassegnate già il 1 settembre. «È un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile».

L’ex guru non chiarisce di cosa sia effettivamente responsabile o meno. E tuttavia anche per il leader della Lega i fatti sembrano chiari: «Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi», scrive Salvini su Facebook. «Amicizia e lealtà per me sono la vita». Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre».

Non è ancora chiaro se il controllo dell’auto dei tre ragazzi fosse già parte di un’indagine che vedeva coinvolto Morisi, o se- come fanno filtrare fonti investigative- si sia trattato di un controllo casuale, di routine.

Ieri è scattato sui social e una sorta di contrappasso, contro l’ideatore delle campagne “legge ordine” di Salvini, di quella Bestia che in questi anni ha fatto strame di qualsiasi garanzia, in particolare nei confronti degli immigrati coinvolti in reati, anche di spaccio. Senza dimenticare la famosa citofonata di Salvini a un presunto spacciatore nel quartiere Pilastro di Bologna alla vigilia delle regionali del 2020: «Scusi, lei spaccia?».

Anche Lapo Elkann è intervenuto: «Una volta Salvini per attaccarmi disse che facevo “dichiarazioni stupefacenti” e poi venni travolto. Mi piacerebbe che oggi non accadesse a lui ed ai suoi collaboratori lo stesso. L’odio genera odio. Nessuno di noi è maestro, siamo tutti peccatori».

Fedez ricorda la famosa citofonata e i commenti sprezzanti del leghista sul caso Cucchi: «Oggi scopre di aver avuto al suo fianco un drogato, ma che magicamente diventa un amico da aiutare a rialzarsi».

Durissima la ministra per la politiche giovanili Fabiana Dadone (M5S): «Chi citofonerà a casa di Salvini? Morisi ha fatto del perbenismo provocazione, dell’aggressione digitale mestiere. E invece le fragilità umane non devono essere oggetto di propaganda». Gelido Giancarlo Giorgetti: «Morisi è una persona intelligente e mi dispiace onestamente». Giuseppe Conte: «Da Salvini due pesi e due misure, con gli amici è meno severo…».